Venerdì 05 novembre è uscito Soul Jazz, il nuovo singolo dei Sud Sound System. Il gruppo salentino, composto da Terron Fabio, Nandu Popu e Don Rico, compie 30 anni di carriera tra pandemia, riscoperta dei live e sperimentazione acustica in un ritorno alle origini soul del reggae.

Sud Sound System, 30 anni di musica salentina influenzata da reggae e soul

Un singolo, Soul Jazz, che riassume un po’ l’esperienza musicale del gruppo, «d’altronde il reggae che ha caratterizzato tutta la nostra carriera, affonda le radici nel soul giamaicano, parliamo dell’influenza della musica black, influenza sentita molto nel mediterraneo in quanto terra costruita dall’incontro delle culture più disparate» ci racconta Popu. Nel brano la Musica viene celebrata come filosofia della propria esistenza, come parte di se stessi, indivisibile e indistruttibile, sempre senza confini né preclusioni. Perché la musica non può dividere e non deve essere divisa. È per questo che i Sud Sound System provano a giocare con i generi, per far capire che non deve esserci chiusura mentale tra i diversi generi e stili, perché la musica si nutre di diversità e ci permette di raggiungere i più ampi orizzonti sonori.

In questo singolo i salentini hanno cantato su una base musicale prodotta da Paolo “Pablo More Love” Strumia e Papa Leu (Adriatic Sound); i fiati sono stati affidati al sax di Nicholas Laroque e la tromba di Everol Wray (“alunni” della Alpha Boys School, quella dei The Skatalies, di Yelloman, Rico Rodriguez, giusto per citare qualche nome). Ma è stato importante anche la grande collaborazione con i tecnici audio che hanno curato il sound sono Lynford “Fatta” Marshall, Raffaele “Papa Leu” Leo, Ciro “Princevibe” Pisanelli, Kamal Evans, Jemoi “J Twiss” Monteith.

Nell’anno che segna il 30° compleanno della band, i Sud Sound System si sono trovati a doversi rivoluzionare e reinventare per far fronte alla pandemia, una vera e propria «iattura» che li ha costretti a rimandare a tempi migliori il grande progetto estivo di festeggiamento in spiaggia per il traguardo trentennale. Progetto che rimane un obiettivo importante per il gruppo salentino che sente la necessità di tornare a celebrare la vita, con la loro musica che sperano possa essere catartica, sulla memoria delle tarantelle, e curativa «perché alla salute ci devono pensare gli scienziati, ma al cuore e alla mente delle persone speriamo di poterci pensare noi con la musica» si augura Nandu Popu.

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