Attivisti di Greenpeace in azione presso la piattaforma Agostino B, al largo di Marina di Ravenna, per sensibilizzare gli italiani sul referendum del prossimo 17 aprile contro le trivelle. Greenpeace annuncia inoltre di aver presentato in 30 procure della Repubblica un esposto contro le “trivelle fuorilegge”.
Un team di attivisti di Greenpeace è entrato oggi in azione sulla piattaforma Agostino B, al largo di Marina di Ravenna, aprendo due grandi striscioni su cui si legge “Stop trivelle” e “17 aprile vota Sì”. Un’azione di sensibilizzazione rispetto al referendum del 17 aprile, quando gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi in merito al rinnovo delle concessioni degli impanti di estrazione in mare operanti entro le 12 miglia dalla costa.
Non solo: con l’azione di oggi, Greenpeace annuncia di aver presentato in 30 procure della Repubblica un esposto contro le “trivelle fuorilegge”, oggetto di un rapporto pubblicato dall’associazione ambientalista il 3 marzo scorso nel quale sono stati resi pubblici per la prima volta i piani di monitoraggio di 34 impianti di proprietà di ENI. Secondo Greenpeace, “in tre casi su quattro questi impianti non operano nel rispetto degli standard di qualità ambientale stabiliti dal Ministero dell’Ambiente”.
“Dall’analisi dei dati – spiega Greenpeace – emerge che nell’area marina intorno alle piattaforme sono presenti inquinanti in concentrazioni che spesso eccedono i valori limiti previsti dalle norme”. Un esempio è proprio la piattaforma Agostino B, oggetto dell’azione di oggi: “secondo i dati ENI forniti dal Ministero dell’Ambiente è una delle più inquinanti tra quelle monitorate – sottolineano gli ambientalisti – In funzione da 45 anni, oggi produce circa un quindicesimo di quanto produceva nel 1980. Tuttavia le concentrazioni di metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) registrate nei sedimenti che la circondato hanno superato i valori degli Standard di Qualità Ambientale per ben 11 inquinanti nel 2011 e per 12 inquinanti sia nel 2012 che nel 2013″.
L’esposto di Greenpeace vuole così denunciare “una situazione di potenziale rischio per l’ambiente e per la salute connesso con le estrazioni già in corso nei mari italiani”, ricordando ai cittadini l’appuntamento del prossimo 17 aprile.