La Corte dei Conti ha condannato sindaco e giunta in merito al caso-Lombardelli, il Capo di Gabinetto che non aveva alcuna laurea. Per i giudici è legittimo che il sindaco abbia scelto una persona di sua fiducia, ma non l’inquadramento contrattuale. Merola dovrà restituire 30mila euro, ma ha già annunciato che andrà in appello. Salsi: “Dovrebbe dimettersi”. E annuncia un’interrogazione sulle spese processuali.

Caso Lombardelli: la sentenza della Corte dei Conti

Marco Lombardelli, il Capo di Gabinetto del sindaco di Bologna che passò all’onore delle cronache perché esercitava il suo ruolo senza aver alcuna laurea, poteva svolgere quel ruolo ma ha percepito uno stipendio troppo alto. È questo, in sostanza, il contenuto della sentenza della Corte dei Conti che oggi ha condannato Virginio Merola, la sua giunta e due tecnici a restituire 30mila euro.
Il caso era stato sollevato dalla consigliera comunale Federica Salsi che aveva presentato un esposto in cui contestava proprio l’inquadramento contrattuale come dirigente di Lombardelli, senza che questo fosse in possesso di un titolo di studio sufficiente per ricoprire quell’incarico.

Dopo la sentenza, Palazzo D’Accursio ha diramato un comunicato in cui sostiene che “La  Corte dei Conti ha riconosciuto che il Sindaco Merola poteva designare Marco Lombardelli Capo di Gabinetto, anche se sprovvisto di uno specifico titolo di studio” poiché “la scelta del personale di staff si basa su criteri fiduciari”.
“La Corte riconosce inoltre che Lombardelli ha effettivamente espletato le funzioni di Capo di Gabinetto, con obiettiva utilità per il Comune – scrive il Comune stesso – Ma non ritiene convincente l’iter formale seguito per l’inquadramento e per il riconoscimento  economico”. Merola fa inoltre sapere che ha intenzione di voler proseguire l’iter processuale in sede di appello per chiarire.

Un’interpretazione della sentenza, quella del Comune, che non convince Salsi: “Il Capo di Gabinetto ricopre un ruolo in cui è chiamato a redigere degli atti per cui occorre un quadro dirigenziale, quindi Lombardelli non avrebbe potuto assolvere a pieno alle sue funzioni”.
Per Salsi, il sindaco dovrebbe dimettersi invece di continuare nell’errore e insistere per andare in appello. E annuncia che presenterà un’interrogazione per capire chi sosterrà i costi per le spese legali, se il sindaco individualmente o il Comune, quindi la collettività.