«Mi ha colpito l’energia che aveva fin da giovane. Nella Fisica il pensiero accademico andava in una direzione e lui in un’altra. Ha creduto in una sua intuizione e ha dimostrato di avere ragione» così l’attore Stefano Accorsi ha spiegato l’aspetto che più l’ha colpito nell’interpretare il ruolo di Guglielmo Marconi nella miniserie “Marconi. L’uomo che ha connesso il mondo” qualche ora prima della presentazione della fiction, sabato 11 maggio al cinema Modernissimo. Una biografia, spy-story, prodotta per i 150 anni dalla nascita dell’inventore e per i 100 dalla fondazione di Radio Rai e trasmessa su Rai 1 il 20 e il 21 maggio. La produzione è firmata Rai Fiction e Stand by me e ha visto la collaborazione della Fondazione Guglielmo Marconi.
Il 20 e il 21 maggio la Rai trasmetterà due episodi per celebrare i 150 dalla nascita di Gugliemo Marconi
«Per me l’invenzione è una visione e la capacità di realizzarla in modo che tutti possano trarne beneficio» è parte della risposta di Guglielmo Marconi, l’inventore del telegrafo senza fili, alla domanda di una giornalista che nel 1937 gli chiese cosa fosse per lui un’invenzione. Ed è una battuta della prima puntata della miniserie a lui dedicata in cui «ogni scena è tratta da fatti veri pur “sdrammatizzati”» ha detto Accorsi. Una serie in due episodi dove «ci sono cose che non abbiamo raccontato perchè è difficile raccontare una vita».
La prima puntata parte dal 1937 e ripercorre la storia dell’inventore bolognese fino alla sua morte. A interrompere il racconto sono i flashback con cui il protagonista, rilasciando un’intervista a una giornalista Isabella Gordon – che vuole girare un film su quelle che il regime annoverava tra i “grandi italiani” -, ripercorre le tappe principali della sua storia. L’infanzia e l’adolescenza a Villa Griffone, a Sasso Marconi, dove cominciò i suoi studi di fisica e i primi esperimenti con l’obiettivo di creare il telegrafo senza fili. In ordine si susseguono nel 1984 il primo esperimento riuscito, la difficoltà a ottenere il brevetto in Italia, e il conseguente spostamento in Inghilterra dove brevettò le invenzioni. Il suo successo e il contributo che diede all’invenzione della radio. Nel 1908 il Nobel per Fisica e l’eco della notorietà. Ancora il corteggiamento Benito Mussolini che, con la sua salita al potere, lo volle alla guida del “progresso tecnoclogico del Paese”. E nel 1924 la fondazione dell’Unione radiofonica italiana (URI) l’antesignana della RAI (Radiotelevisione Italiana). Aderì al fascismo. Gli vennero affidati dal regime anche altri incarichi, il suo potere crebbe.
Il rapporto tra Marconi e il potere emerge nella serie. Alcune ore prima della sua presentazione al Modernissimo Stefano Accorsi ha precisato che «il rapporto tra Marconi e il potere nel tempo si deteriorò. Lo mostriamo. Nella serie ci sono altre cose che noi non abbiamo raccontato, ma su certi argomenti lui era profondamente critico». La guerra, il controllo della vita delle persone e il rapporto tra scienza e potere «Marconi voleva che fosse indipendente da questo». Accorsi prosegue osservando che «in quei primi anni i venti di guerra erano ancora lontani. Lui era molto critico rispetto a questo tema. Tra l’altro gli chiesero di costruire il raggio della morte, un’arma, e lui non lo fece». In questo modo l’attore cerca di spiegare il contesto dentro il quale viveva Marconi.
Dalla serie in due puntate emerge una figura complessa, divisa tra la determinazione a far progredire la scienza, il legame a doppio filo con il potere politico e la sua vita privata. «Era una persona che teneva molto alla sua reputazione e alla sua privacy» e per presentarlo in modo più completo si è fatta emergere anche la dimensione più personale. Per l’attore bolognese «è stata la difficoltà maggiore. Per questo suo determinismo – era una persona che parlava solo per dire cose di cui era sicuro e non era uomo d’esitazione – c’era il rischio di renderlo troppo meccanico. Allora abbiamo pensato di presentarlo in altri ambiti. L’apertura, infatti, coicide con una scena di lui in compagnia della moglie. Quindi lo vediamo prima in un contesto intimo e poi in un contesto pubblico».
Alla domanda “perchè ha scelto di interpretare questo personaggio così controverso?” Stefano Accorsi ha scelto con cura le parole da usare. Dopo aver riconosciuto Marconi come un personaggio complesso ha aggiunto «mi piaceva molto come era stata resa la storia, gli elementi storici e la costruzione drammaturgica, ma anche il taglio dato. Magari sono stati sdrammatizzati un po’ certi punti, però tutto è tratto da cose vere. Poi credo che le storie vadano raccontate anche se controverse. Credo sia un po’ anche il mio compito come attore farlo altrimenti non avrei mai recitato in 1992, 1993 e 1994».
Accanto ad Accorsi in sala anche il collega Nicola Maupas che ha interpretato il ruolo di Marconi ventenne. Entrambi hanno ricevuto il Premio Marconi per la Creatività dalla Fondazione Guglielmo Marconi e dal Marconi Institute for Creativity.
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