La stagione estiva si avvicina, e con essa le improbabili notizie sulle difficoltà nel reperire personale. A mancare sarebbe addirittura qualche migliaio di lavoratori. Su quale sia il motivo, la Filcams Cgil dell’Emilia Romagna ha le idee molto chiare: il mondo lavorativo fotografato dal sindacato è una realtà di sfruttamento e diritti scarsi a non pervenuti.

Stagione in Riviera: l’odissea dei lavoratori stagionali

La “denuncia” delle associazioni di categoria e delle imprese stagionali della Riviera sulle difficoltà nel reperire la necessaria manodopera stagionale non è una novità, così come non lo è la risposta della Filcams Cgil Emilia Romagna, che sottolinea come solo l’anno scorso nelle province della costa siano state oltre mille le vertenze attivate per contenziosi in rapporti di lavoro stagionale nel settore turistico, la maggior parte di queste per recupero crediti dovuti a mancati pagamenti, mancato riconoscimento del lavoro straordinario, mancato riconoscimento del corretto inquadramento rispetto alla mansione svolta.

Molti sono anche i casi di denuncia sulle condizioni di lavoro e il mancato rispetto del riposo settimanale, così come sono tanti i casi di licenziamento ingiustificato, anche comunicato verbalmente. Ampio, per quanto ovviamente meno chiaro nei numeri, è ache il ricorso al cosiddetto lavoro grigio e al lavoro nero, come è risultato evidente dagli interventi della Guardia di Finanza nei mesi passati e come è noto a chiunque si sia mai avventura nel mondo del lavoro stagionale.

Insomma, se le imprese non trovano persone disposte a lavorare durante la stagione estiva, questo ha molto a che fare con il tipo di lavoro che offrono. Più che una notizia questa è una necessaria precisazione. Perché non si tratta certo di una novità, nè di una realtà sconosciuta, e a renderlo evidente è l’appello stesso lanciato dalle associazioni di categoria e dagli imprenditori.

Le difficoltà nel trovare personale qualificato, infatti, hanno molto a che fare con lo stato del mondo del lavoro descritto fin qui, una condizione ormai strutturale e datata. In che modo, infatti, potrebbe essere qualificante lavorare in un settore dove i contratti scarseggiano e finché è stato possibile i voucher sono abbondati? In un mondo dove il sottoinquadramento è strutturale così come lo sono le assunzioni, in regola o meno, attraverso appalti a soggetti terzi molto spesso fittizi e costruiti ad hoc?

Questa è una realtà nota a tutti. È nota a chi lamenta la mancanza di personale, a chiunque abbia mai lavorato durante la stagione e a chi dovrebbe fare le norme. Così come è nota al sindacato, che ancora una volta prova a richiamare l’attenzione e ad invitare tutti gli attori, istituzionali ed economici, ad impegnarsi nella creazione di buona occupazione. Anche perché si tratta di un settore economico che in Emilia Romagna rappresenta circa il 12% del Pil. Un settore stategico dunque, “che non può basare la propria competitività sull’abbattimento dei costi e il mancato rispetto delle norme e dei contratti di lavoro”.

Ne abbiamo parlato con il Segretario Generale Filcams CGIL Emilia Romagna Paolo Montalti.

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