Si è tenuta mercoledì scorso la Commissione consigliare Territorio e Ambiente per esaminare quattro udienze conoscitive sul nuovo progetto di ristrutturazione dello stadio Dall’Ara. Alle richieste, avanzate da tutti i gruppi consigliari, si è aggiunta quella della consigliera Dora Palumbo, candidata sindaco di Sinistra Unita per Bologna, che vuole vederci chiaro sul progetto di stadio temporaneo che dovrebbe essere realizzato al Caab, di fianco a Fico, per consentire al Bologna Calcio di disputare le proprie partite durante il restyling del Dall’Ara.
Per Palumbo l’operazione rischia di dare il via ad una speculazione privata, che produrrebbe consumo di suolo inutile e un dispendio di risorse economiche comunali, il tutto con l’obiettivo nemmeno troppo nascosto di rianimare Fico, la “Disneyland del cibo” che si trova in uno stato comatoso.

Lo stadio temporaneo rischia di innescare una speculazione

Sono 12 i milioni di euro che verrebbero spesi per realizzare lo stadio temporaneo al Caab. Risorse che metterà il Bologna Calcio ma, ricorda Palumbo, «il Comune ne investirà 40 per la ristrutturazione del Dall’Ara». Senza realizzare l’infrastruttura provvisoria, quindi, il Comune potrebbe risparmiare 12 milioni di euro che potrebbero essere investiti in altri progetti per la cittadinanza.
Secondo la candidata sindaco di Sinistra Unita per Bologna, il problema di dove far giocare il Bologna durante i lavori di ristrutturazione del Dall’Ara potrebbe essere risolto rivolgendosi a Modena, città ad appena mezz’ora dalle Due Torri, il cui stadio è anche vicino alla ferrovia.

«L’amministratore delegato del Bologna, Claudio Fenucci, mi ha risposto che ci sarebbe un problema di ordine pubblico a causa della rivalità tra le due città», osserva Palumbo. In altre parole si spenderebbero 12 milioni di euro cementificando terreno agricolo per evitare che gli ultras di Bologna e Modena si azzuffino.
Un’argomentazione che appare abbastanza debole, a cui si aggiunge quella dell’Amministrazione comunale, interrogata dalla stessa consigliera. «La giunta ritiene positivo arricchire la città di impianti sportivi – riporta Palumbo – incurante che l’ex Crb sta cadendo a pezzi“.

Per capire le reali ragioni del progetto di stadio provvisorio bisogna quindi guardare la sua collocazione. Già prima dello scoppio della pandemia, un’altra infrastruttura contestata come Fico pareva in difficoltà. Dopo le chiusure imposte dal Covid il centro è agonizzante e tenta un disperato rilancio, che a qualcuno appare accanimento terapeutico.
Per mantenerlo in vita il Comune si è già speso, ad esempio, facendo circolare bus dedicati che viaggiavano semi-deserti, con una media di quattro passeggeri a corsa e uno spreco di risorse pubbliche sui trasporti che potevano essere impiegate su altre linee sovraffollate.

«In quella zone ci sono dei terreni agricoli che sono proprietà del Comune, dove insistono anche degli orti urbani – sottolinea Palumbo – Una volta realizzato lo stadio temporaneo, che temporaneo non è perché resterà in piedi e verrà utilizzato per il calcio femminile, si aprirebbe una speculazione su quei terreni, perché il Comune in qualche modo vuol vedere come metterli a profitto. Per ora cerca di farlo con delle opere che siano complementari a Fico per dargli un po’ di ossigeno».

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