La Spagna torna alle urne. Il terzo round di consultazioni tra il re Felipe VI e i partiti sulla formazione di un nuovo governo si è infatti concluso con un nulla di fatto. Non esistono le condizioni per la formazione di un nuovo esecutivo, ha dovuto constatare il monarca. Spagnoli al voto il 26 giugno.
“Non esiste un candidato che abbia il sostegno necessario per avere la fiducia in Parlamento”. Con queste parole il monarca spagnolo, Felipe VI, sintetizza l’esito del terzo round di consultazioni con i partiti per la formazione di un nuovo esecutivo. Esito fallimentare, dal momento che il nuovo governo non sarà nominato e gli spagnoli torneranno alle urne il 26 giugno.
Nonostante la legge spagnola desse tempo fino al 2 maggio per la formazione del nuovo esecutivo, al terzo tentativo è chiaro che una maggioranza in grado di votare la fiducia e sostenere il governo non c’è.
Gli spagnoli si erano recati alle urne nel dicembre 2015, al termine di un anno denso di appuntamenti elettorali.
Determinanti i veti incrociati e le accuse reciproche tra i partiti. Il segretario del Partito Socialista Pedro Sanchez, che in tutti i modi ha cercato l’investitura come premier, ha criticato il leader di Podemos Pablo Iglesias per aver impedito “un governo del cambiamento”, e ha accusato il popolare e premier uscente Mariano Rajoy di aver “bloccato il Paese”.
La proposta del Partito Socialista spagnolo prevedeva la formazione di un governo con presidenza socialista e ministri indipendenti provenienti da altri partiti. Proposta rifiutata da Podemos, che ha rivendicato di voler “entrare nell’esecutivo”, e rispedita al mittente da Ciudadanos, che l’ha definita una “proposta senza senso”.
Dopo lo scioglimento delle Camere, che avverrà il 2 maggio, comincerà la campagna elettorale in vista della chiamata alle urne del 26 giungo. I sondaggi non lasciano però prevedere cambiamenti significativi rispetto all’attuale quadro di instabilità, mentre l’astensionismo potrebbe aumentare notevolmente.
Sulle vicende politiche spagnole è intervenuto ieri in serata anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Leggevo di nuove elezioni in Spagna – ha commentato il premier su Twitter – Con l’Italicum e le Riforme Costituzionali l’Italia è oggi il Paese europeo più stabile”.