Sovraffollate, in edifici vetusti e inadeguati e con una cronica carenza di personale, soprattutto sanitario ed educativo. È la fotografia allarmante delle 11 carceri dell’Emilia-Romagna contenuta nel report dell’Associazione Antigone, redatto dopo le visite e i sopralluoghi effettuati sul finire del 2022.
In alcuni casi la situazione è così compromessa da non poter nemmeno garantire docce calde o riscaldamento nella stagione invernale.

Carceri in Emilia-Romagna, i dati del sovraffollamento

«In riferimento alle carceri per adulti – si legge nel report di Antigone – l’Emilia Romagna si conferma essere una delle regioni, quantomeno del nord Italia, con il più alto tasso di presenze». In particolare, il numero di detenuti presenti negli istituti di pena lungo la via Emilia ammonta a 3407, a fronte di una capienza di 2984 posti. Significa che ad essere recluse sono 423 persone in più, con un sovraffollamento del 14% oltre i posti disponibili.
Un sovraffollamento, però, che in alcuni istituti, come quello minorile del Pratello a Bologna, rasenta il 100%, con 40 ragazzi detenuti a fronte di 22 posti disponibili. Il che spiega anche le rivolte registrate nelle settimane scorse.

«Abbiamo registrato diverse difficoltà soprattutto relative ai percorsi di presa in carico trattamentale – osserva ai nostri microfoni Mariachiara Gentile di Antigone – Ci sono molti condannati in via definitiva e a questi non corrisponde in molti casi un numero adeguato di funzionari giuridico-pedagogici».
Sempre a proposito di personale, la criticità che spaventa di più in tutti gli istituti della regione, è la carenza di operatori medici e sanitari. «Riteniamo che sia un tema da affrontare – continua Gentile – anche considerato l’alto numero di presenze che si registrano».

I problemi strutturali: edifici vetusti con impianti malfunzionanti

Nella rassegna delle visite effettuate da Antigone emergono molti problemi di natura strutturale relativi alle carceri dell’Emilia-Romagna. Alcuni sono problemi cronici, che fino ad oggi non hanno avuto soluzione, come nel caso del carcere di Reggio Emilia, dove ci sono forti infiltrazioni.
Nella visita a Parma, a dicembre, Antigone ha riscontrato che non funzionava il riscaldamento, mentre a Ravenna, una struttura di piccole dimensioni, non ci sono spazi adeguati per i trattamenti.

«Le maggiori problematiche si riscontrano all’interno delle sezioni di media sicurezza ove, peraltro, è ristretta la maggior parte della popolazione detenuta – si legge nel report dell’associazione – È all’interno di queste che si rilevano spesso condizioni strutturali peggiori, soprattutto all’interno delle celle che appaiono in molti degli istituti visitati caratterizzati da mobilio vecchio, sprovviste di docce all’interno, prive di acqua calda. Si tratta di istituti piuttosto datati, le cui carenze strutturali non sembrano poter essere sanate con meri interventi di manutenzione».

ASCOLTA L’INTERVISTA A MARIACHIARA GENTILE: