Some Prefer Cake, il festival indipendente di cinema lesbico di Bologna, si farà anche quest’anno. In attesa che arrivi settembre, le organizzatrici hanno lanciato un crowfunding per sostenere parte delle spese organizzative, a cui si può partecipare tramite donazioni ma anche in modo meno convenzionale.  

Dal 21 al 23 settembra, a Bologna, si terrà la decima edizione del festival di cinema lesbico Some Prefer Cake. Quest’anno cambieranno un po’ di cose, tra cui il fatto che sarà diretto da Comunicattive, già coinvolte da anni nell’organizzazione e nella comunicazione. Dopo la morte di Luki Massa, che insieme a Marta Benchic aveva dato vita il festival, non era detto che Some Prefer Cake non si fermasse all’edizione a lei dedicata del 2017. “È  stata una scelta non scontata dopo la morte di Luki – racconta Elisa Coco di Comunicattive – che lo aveva fatto nascere e fatto crescere. È stato un duro colpo per tutte noi, e l’idea di portare avanti il festival è anche per proseguire il suo lavoro e continuare a creare uno spazio dove sia possibile vedere film lesbici indipendenti, che normalmente non trovano distribuzione in altre forme. Ma è anche un luogo speciale, di incontro e di scambio, in cui si crea un’atmosfera molto bella e molto forte, e quindi ci piace l’idea di proseguire il lavoro che Luki aveva iniziato”.

Some Prefer Cake è un festival indipendente e auto-organizzato, e di conseguenza non riceve finanziamenti pubblici. Per questa ragione è iniziato il crowfunding sul sito Produzioni dal basso, lanciato da un video, che da la possibilità a tutte le persone che vogliono sostenere il festival di farlo in diversi modi, dalla classica donazione all’acquisto del pacchetto “Patate per tutte”, ovvero di una shopping bag con un kg di patate. Insomma le opzioni per sostenere Some Prefer Cake a disposizione di chi è felice che esista e vuole che continui a farlo sono tante, così come le persone che in questi giorni hanno già fatto una donazione.

“Considerando anche i tempi politici in cui ci troviamo c’è sempre più bisogno di qualcosa come Some Prefer Cake – conclude Coco – per avere dei nostri spazi di auto rappresentazione, per riuscire a lavorare sulla visibilità e sul tipo di immaginario che circola fuori e dentro di noi”.

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