I sindacati di base a livello unitario hanno proclamato per lunedì prossimo, 11 ottobre, uno sciopero generale nazionale di tutti i settori, pubblici e privati. Lavoratrici e lavoratori incroceranno le braccia contro le politiche del governo Draghi. Ad indire la mobilitazione sono Adl Cobas, Confederazione Cobas, Sgb, Si Cobas, Usi-cit e Usb, che uniscono le forze contro il “governo dei migliori”.

I sindacati di base in sciopero generale per un’opposizione sociale

All’interno della piattaforma dello sciopero ci sono rivendicazioni del mondo del lavoro, ma anche sociali. Da un lato, infatti, si sciopera contro le politiche dei licenziamenti e la precarietà del lavoro, chiedendo più salario e meno ore lavorate. Di fronte alla riduzione dei diritti nel settore degli appalti e delle cooperative sociali, inoltre, si chiede di porre fine alle esternalizzazioni.
Per sanità e scuola si chiede un contratto unico, ma al tempo stesso si chiede anche il diritto alla libera rappresentanza sindacale e lo stop alle spese militari.

«Questo sciopero nasce da ciò che è accaduto quest’estate – ricostruisce ai nostri microfoni Fabio Perretta di Usb – dall’uscita dei mazzieri a respingere un blocco di lavoratori all’omicidio di Adil, dallo sblocco dei licenziamenti a quello degli sfratti. Situazioni che hanno imposto una riflessione generale del sindacalismo di base che prova a dare una risposta nel momento in cui l’opposizione sociale nel Paese è rappresentata pochissimo, se non per nulla».
Il sindacalista afferma anche che il governo Draghi in realtà è un governo Draghi-Bonomi, visto il ruolo preponderante di Confindustria.

A Bologna la manifestazione vedrà il concentramento alle 10.30 di lunedì 11 ottobre in piazza de l’Unità. Da lì si partirà con un corteo che toccherà alcune tappe simboliche, come la sede dell’Inps o del Comune.
«Questo sciopero arriva dopo le elezioni che hanno consacrato Matteo Lepore a sindaco – osserva Perretta – Noi siamo preoccupati perché ci sembra che la nuova Amministrazione sia orientata sulle posizioni del governo nazionale. Non ci serve una città che competa su chi ha i portici più belli da mettere in vetrina, ma ci sono questioni come il piano casa, la scuola pubblica o l’ambiente, a partire dal Passante o dal tram, che interessano la vita delle lavoratrici e dei lavoratori».

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