Doveva essere un disco registrato dal vivo, ma al posto del concerto c’è stato lo sconcerto per la pandemia. Così, “SeStoQui (è perché vi voglio bene)”, il nuovo album di Mirco Menna, è stato registrato in studio, ma con un’attitudine live. «Se uno prova a seguire i pezzi con un metronomo non ci riesce», osserva il cantautore ai nostri microfoni. Le canzoni, infatti, sono state incise alla vecchia maniera, in presa diretta e con pochissime sovraincisioni. E, incredibile ma vero, a suonarle non è stato un computer o un sintetizzatore, ma musicisti in carne ed ossa, con tanto di strumenti musicali.

Mirco Menna e il suo nuovo album “SeStoQui”

È duplice il gioco di parole contenuto nel titolo dell’album “SeStoQui (è perché vi voglio bene)”. Da un lato segnala che è la sesta opera solista di Menna, dall’alto è una quasi citazione di “Se stasera sono qui”, celebre brano di Mogol, portato al successo da Luigi Tenco e reinterpretato successivamente da Meg.
Il disco del cantautore bolognese, ma di origini siculo-campane, suona «da balera», come afferma Menna stesso. Un sapore antico, dove la musica è un’arte artigiana e guidata dalla fisarmonica.

Diversi i generi esplorati e strapazzati nelle nove tracce del disco. Dalla bossa nova al reggae, dal blues alla tarantella fino all’afro, tutte con una cifra stilistica inconfondibile e una “orchestra” composta da Massimo Tagliata a fisarmonica e flauto, Maurizio Piancastelli alla tromba, Roberto Rossi a batteria e percussioni, Max Turone al basso e, ovviamente, Menna a chitarra e voce.
Ma nell’album ci sono anche delle collaborazioni, come quella di Manuel Franco alla tammorra, Carlo Atti al sax, Davide Blandamura al basso e Fabio Galliani all’ocarina di Budrio. Ed è proprio a Budrio, dove risiede, che Menna ha conosciuto Galliani, ormai star internazionale dello strumento tradizionale.

In “SeStoQui” sono presenti due tributi. Da un lato, una cover di Sergio Endrigo (“Canzone per te”) dedicata al ricordo di Gianni Mura. Dall’altro, “Canzone per Carla”, dedicata a Carla Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi che ci ha lasciati l’anno scorso. «L’ho conosciuta e l’amavo», racconta il cantautore, che ha composto e interpretato il brano in occasione del ricordo pubblico organizzato dall’associazione di partigiani a due mesi dalla scomparsa di Nespolo.

GUARDA IL VIDEO DI “E PARLA”:

Come ogni artista completo, però, Menna si muove fra registri diversi, compreso quello dell’ironia e della critica ai vizi del nostro tempo. È quello, ad esempio, che si può ascoltare in “E parla”.
Il brano si concentra su uno dei vizi, se non addirittura delle piaghe, del nostro tempo: l’opinionismo diffuso, in cui tutti dicono la loro, non sempre sapendo di cosa stanno parlando.
«Potrebbe essere anche una critica autobiografica», ironizza il cantautore, che ha girato il video della canzone nell’orto di casa, con tanto di galline razzolanti. «Nessun animale è stato maltrattato per girare il video», assicura il cantautore.

Il proposito, forse non serve dirlo, è quello che la situazione che sta attraversando il mondo intero migliori e che il disco possa essere suonato dal vivo, in mezzo alla gente, come era nelle intenzioni originarie. Per adesso, anche se alcune aperture appaiono all’orizzonte, non ci resta che ascoltarlo e riascoltarlo, in modo da prepararci ad un ipotetico live.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MIRCO MENNA: