Il campionato italiano sta entrando nel vivo e tra un paio di mesi volgerà finalmente al termine. Ormai il verdetto principale sembra già deciso: il Napoli capolista vanta un vantaggio più che notevole sulla seconda in classifica ed è praticamente solo questione di tempo prima della certezza dello scudetto. Gli azzurri non si cucivano addosso il tricolore dal 1990 e come se non bastasse si stanno distinguendo anche in Europa. Ad inizio stagione le quote sulle partite della Serie A non premiavano Osimhen & co. fino a questo punto, mentre oggi il pronostico sul finale del campionato è già scontato. Tra i top di questa annata del calcio italiano, pertanto, è impossibile non individuare in primis la formazione partenopea di Luciano Spalletti. Le dirette inseguitrici hanno compiuto troppi passi falsi per rendere vivace la corsa al titolo nazionale: le squadre milanesi hanno subito più sconfitte del previsto, permettendo così alle capitoline di risalire la china per puntare alla qualificazione in Champions League.

La Lazio si sta comportando piuttosto bene nell’ottica del quarto posto, nonostante la stagione piuttosto negativa di Ciro Immobile, probabilmente tra le delusioni più grandi di questo campionato. Il bomber biancoceleste ha saltato diverse partite per infortunio, ma in generale non ha mai mostrato la vena realizzativa alla quale ci aveva abituati nell’ultimo decennio. Dall’altra sponda del Tevere, invece, è stato l’omologo Tammy Abraham a far storcere il naso: pretendere di ripetere i numeri macinati nel girone di ritorno dello scorso campionato era forse utopico, ma il declino del centravanti della Roma è stato verticale, tanto che oggi è Paulo Dybala la principale stella della formazione di José Mourinho.

L’Atalanta sta cercando di tornare ai livelli di qualche anno fa per raggiungere ancora una volta l’Europa che più conta, anche se Duvan Zapata e Luis Muriel sono solo lontani parenti dei goleador che abbiamo apprezzato spesso e volentieri. Oggi la scena è tutta di Ademola Lookman e Rasmus Højlund, gli ennesimi talenti scoperti dall’opera di scouting orobica. Una menzione di merito va fatta anche all’Udinese, che quest’anno ha messo in difficoltà le big e al momento si trova non troppo distante dal sesto posto utile per l’accesso in Conference League. Più ibrida la situazione della Juventus: sul campo il rendimento è secondo solo a quello del Napoli, ma i 15 punti di penalizzazione inferti ai bianconeri nel mese di gennaio ne hanno inguaiato la classifica. Di certo, comunque, bisogna indicare come flop Dusan Vlahovic, strapagato nel mercato invernale del 2022 e che a distanza di oltre 12 mesi non ha onorato di fatto il pesante investimento del club. Sarebbe invece fin troppo facile indicare come deludente la stagione di Paul Pogba, che evidentemente non ha saputo prendere le decisioni più adatte per recuperare dai suoi problemi fisici, condizionato dalla fretta di partecipare a un Mondiale poi mancato.

Da promuovere, nel complesso, c’è anche la Fiorentina. Da almeno un lustro a questa parte i viola si sono ritrovati a lottare controvoglia per la salvezza, che stavolta è stata messa anzitempo in cassaforte. I toscani possono volare davvero in alto considerando che sono in lizza per la vittoria della Conference League, dove l’avversario più temibile risulta essere il West Ham, ubicato attualmente tra i bassifondi della classifica di Premier League. Rocco Commisso non manca mai di denunciare i problemi organizzativi che non hanno ancora permesso di vedere la nascita di un nuovo impianto a Firenze, ma alla fine dei conti il suo attaccamento alla Fiorentina è sentito e manifesto. Bene anche il Bologna, che sta continuando a conquistare risultati degni di quelli registrati sotto la guida del compianto Sinisa Mihajlovic.

Volendo indicare con assoluta certezza una squadra flop, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta tra la Cremonese e la Sampdoria. I lombardi sono pur sempre una neopromossa, ma vincere un’unica partita in oltre 25 gare è a tratti ingiustificabile, così come fa riflettere il record negativo di gol stabilito dalla Sampdoria, prima compagine della Serie A a 20 squadre ad arrivare al giro di boa con appena 8 reti all’attivo. Per certi versi, i numeri dei blucerchiati sono persino peggiori di quelli dei grigiorossi e molto probabilmente entrambe le squadre dovranno salutare il massimo campionato per scivolare in Serie B a fine stagione. Chissà che da qui a giugno, però, qualche altra formazione non riesca a firmare nuovi primati, nel bene o nel male…