Allo sciopero del vitto del personale si somma anche il problema di celle e docce gelate. Ma non è un problema di oggi: alla Dozza da sempre è così.

Tante notizie in pochi giorni hanno riportato sui giornali la situazione al carcere Dozza. Da venerdì la vecchia caldaia dell’istituto funziona a singhiozzo. Le celle, le docce, i posti di guardia non riescono a raggiungere temperature adeguate. Soffrono i detenuti. Oggi agenti e ufficiali hanno cominicato lo sciopero del vitto, per protestare contro le pessime condizioni dei locali e del servizio mensa.

Ma non è una novità: chi in carcere ci entra e ci lavora, sta a stretto contatto con i detenuti sa perfettamente che la situazione descritta a singhizzo dai media di comunicazione è una situazione continua e quotidiana.

Dalla sua costruzione la Dozza è sovraffotta, fredda e funziona male. Il riscaldamento ogni anno in inverno non funziona e quando lo fa non scalda a sufficienza tutta la struttura. D’estate la temperatura delle celle va oltre i quaranta gradi. E da quando la protesta è passata al personale della polizia si è iniziato a parlare della mensa.

Ma se le lamentele arrivano dai polizziotti carcerari sicuramente la situazione dei detenuti è più drammatica, visto che vivono e non lavorano nelle case circondariali. Il tutto, però, nell’indifferenza delle istituzioni, che non hanno mai messo al centro del dibattito pubblico la questione carceraria.

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