C’è un termine classista con cui il trasporto pubblico locale, utilizzato dalle fasce meno abbienti della popolazione, è stato definito in passato: “sposta-poveri”. Una definizione che, alla luce dei rincari che i biglietti stanno subendo, dovrà essere necessariamente rivisto, rischiando di diventare il suo opposto, uno “sposta-ricchi”.
A Milano, ad esempio, una corsa semplice urbana è arrivata a costare 2,2 euro, mentre ancora più clamorosa è la tariffa applicata a Bologna al People Mover, la monorotaia che collega aeroporto e stazione. Dal 16 gennaio, per percorrere i 7 chilometri di tragitto, saranno necessari ben 11 euro, più di 1,5 euro a chilometro.

A Milano il trasporto pubblico più caro d’Italia: «Errore di visione»

Da ieri a Milano la corsa singola del trasporto pubblico locale costa 2,2 euro, il giornaliero è passato da 7 euro a 7,6 e il carnet da 10 corse da 18 a 19,5 euro.
«Si tratta del biglietto più caro d’Italia», osserva ai nostri microfoni Roberto Maggioni, giornalista di Radio Popolare, che ha ricostruito anche le ragioni con cui l’Amministrazione del sindaco Beppe Sala ha giustificato gli aumenti. In particolare, l’anno scorso la Regione Lombardia ha chiesto ai Comuni e alle Agenzie del Tpl un adeguamento Istat, ma i rincari non sono obbligatori. Alcuni Comuni, come quello di Brescia, hanno scelto di stanziare risorse del proprio bilancio per non pesare nelle tasche dei cittadini.

«È un errore di visione politica», sottolinea Maggioni. Un errore che ha anche spaccato la maggioranza, con i Verdi che si sono dichiarati contrari e una discussione anche all’interno della stessa lista di Sala e del Pd. Un errore che viene cavalcato anche dalla destra, solitamente disinteressata alle classi meno abbienti, che ieri ha visto la Lega in piazza.
Il giornalista evidenzia come a Milano, da tempo, sia in corso una discussione sul carovita e su come la città stia diventando sempre più escludente ed esclusiva. Il costo degli affitti e delle case è diventato insostenibile per fasce sempre più grandi di popolazione e i rincari del trasporto pubblico locale sono un ulteriore aggravio a fronte di stipendi che non aumentano.

Sono 900mila le auto che entrano a Milano ogni giorno e l’aumento dei prezzi dei biglietti del trasporto pubblico potrebbe costituire un ulteriore disincentivo all’utilizzo, con conseguenze anche ambientali. O con l’aumento di chi “salta i tornelli”, fenomeno stimato oggi già al 15%.
Il dito, però, è puntato anche sulla Regione Lombardia, che da anni taglia i fondi per il Tpl e che, con Trenord, offre un servizio ferroviario insoddisfacente. Ciononostante è ai Comuni che spessa l’ultima scelta e quella di Milano non sembra affatto popolare.

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L’assurdità del People Mover: il biglietto costa come andare in taxi

Anche a Bologna ci sono rincari nel trasporto pubblico, anche se non per ciò che riguarda i bus. Ad aumentare nuovamente è il biglietto del People Mover, la monorotaia che collega l’aeroporto alla stazione di Bologna. Un tragitto di circa 7 chilometri che costa carissimo. Il biglietto di sola andata, infatti, dal 16 gennaio costerà 11 euro, mentre quello di andata e ritorno costerà 20 euro.
Marconi Express, la società che gestisce in concessione l’infrastruttura, afferma di aver scongiurato rincari ancora più salati, ma un trasporto che costa 1,5 euro a chilometro rischia di essere fuori mercato.

Dopo i numerosi problemi alla funzionalità del mezzo, che avevano portato Comune e Regione ad un passo dalla revoca della concessione, ora è il fronte dei prezzi a funestare la discussa opera. Due persone che si debbano recare in aeroporto, infatti, potrebbero spendere meno prendendo un taxi.
«Non si capisce perché l’Amministrazione continui con questo accanimento terapeutico – commenta ai nostri microfoni Michele Terra, consigliere di Quartiere di Sinistra Unita per Bologna – Quando ci battevamo, con i comitati, contro l’opera sembra che avessimo la sfera di cristallo, perché le previsioni si sono verificate tutte: dicevamo che il People Mover era economicamente insostenibile e che presentava problemi anche dal punto di vista tecnico».

Terra ribadisce quanto sostengono tutti i detrattori della monorotaia: sarebbe stato meglio attrezzare la vicina stazione del Servizio Ferroviario Metropolitano per creare un collegamento con la stazione più economico e con una maggiore capienza. Sinistra Unita per Bologna, in passato, chiese già al Comune di rompere la convenzione con Marconi Express e oggi ricorda alla cittadinanza che, qualora durante l’anno non si registrasse un numero di passeggeri sufficiente sul People Mover, l’ammanco economico sarebbe corrisposto dal Comune, con soldi della cittadinanza.

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