Sabato 12 gennaio alle 18 si terrà sotto le Due Torri il presidio di solidarietà in sostegno dei cinque compagni, rientrati dall’esperienza affianco ai movimenti di lotta curdo-siriani e per cui la procura di Torino ha richiesto la sorveglianza speciale. Noi ne abbiamo parlato con Sebastiano del CUA.

Il Cua si schiera con chi aiuta i Curdi

“Troviamoci tutti e tutte sotto le Due Torri per ribadire insieme e con forza che la lotta delle Ypj-Ypg, la lotta delle Forze siriane democratiche, la lotta degli internazionalisti di tutto il mondo non è socialmente pericolosa, ma giusta e necessaria”. Così il Collettivo Universitario Autonomo di Bologna invita al presidio di sabato 12 gennaio sotto le Due Torri per sostenere e mostrare solidarietà verso i compagni Davide, Jacopo, Eddy, Jak e Paolo, per i quali la procura di Torino ha richiesto un provvedimento di sorveglianza speciale a seguito del loro rientro in Italia, dopo essere stati in Rojava per portare il loro sostegno concreto ai movimenti di lotta curdo-siriani di YGP e YPJ, impegnati a fronteggiare i terroristi dello Stato islamico.
La richiesta del provvedimento nasce dal timore che sfruttino le loro conoscenze in materia di armi e strategie militari per “indottrinare” e “commettere delitti contro la persona con più gravi conseguenze”. La procura di Torino, in aggiunta alla sorveglianza speciale, ha chiesto anche il divieto di dimora nel capoluogo piemontese. La convocazione per l’udienza è prevista per il 23 gennaio.
Il presidio di Bologna sarà solo una tra le iniziative di solidarietà che sono state programmate in vario modo in tutta Italia. Scegliere di organizzare il presidio nel cuore di Bologna, dice Sebastiano del CUA, è utile “per essere visibili e per cercare di trasmettere a tante e tanti che non sono toccati o non si sono informati rispetto alle vicende del Kurdistan e del Rojava e della rivoluzione dei confederalismo democratico e mettere in luce le vicende di questi 5 compagni”

La sorveglianza speciale è una misura di controllo che impone, dopo il pronunciamento di un giudice, il divieto di allontanarsi dall’abitazione nella quale si viene domiciliati e l’obbligo di presentarsi alle autorità di sorveglianza nei giorni stabiliti e ogni qualvolta venga richiesto. Tale limitazione alla libertà personale può essere rinnovata dal tribunale che la impone.

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Roberto D’Aniello