I genitori delle scuole della Città Metropolitana di Bologna sono in allarme per i problemi che continuano a manifestarsi nella gestione dei casi Covid all’interno degli istituti. Al punto che temono che nelle prossime settimane possa ripetersi un copione già visto durante la pandemia, cioè la nuova fine della scuola in presenza.
È un comunicato congiunto della Rete dei Comitati Genitori e del Coordinamento dei Presidenti dei Consigli d’Istituto della Città Metropolitana di Bologna, insieme al Forum Regionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola dell’Emilia-Romagna a sollevare la questione dopo l’incontro della settimana scorsa – a quanto pare non soddisfacente – con l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, quello comunale alla Scuola Daniele Ara e il direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica Paolo Pandolfi.

Nelle scuole bolognesi l’allarme dei genitori per la gestione del Covid

Sono tre i punti sollevati dai genitori delle scuole del territorio bolognese. Da un lato i rallentamenti nel processo di presa in carico e gestione dei casi Covid a scuola da parte della sanità pubblica. Ritardi anche di una settimana che non solo lasciano i genitori nel dubbio di come comportarsi, ad esempio se cominciare una quarantena oppure no, ma potrebbero contribuire sensibilimente alla diffusione del contagio.
«C’è qualcosa che non torna – afferma ai nostri microfoni Chiara Tattini della Rete dei Comitati Genitori delle Scuole della Città Metropolitana di Bologna – Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso abbiamo un quarto dei casi, non capiamo perché il sistema sia in affanno».
Le linee guida ministeriali, adottate pochi giorni fa, sono di difficile realizzazione se le autorità sanitarie sono già in difficoltà oggi.

Il secondo punto riguarda l’accesso ai tamponi rapidi in farmacia per bambini e adolescenti, cosa sempre più difficile, in particolare da quando è entrato in vigore l’obbligo di Green Pass per i luoghi di lavoro. Le farmacie si sono intasate di persone che devono effettuare il tampone e gli alunni fanno fatica a trovare un posto.
Su questo i genitori hanno prospettato due possibili soluzioni: o l’istituzione di punti tampone rapido dedicati esclusivamente ai cittadini in età scolare, o prevedere che le farmacie riservino fasce orarie all’interno della giornata dedicate esclusivamente all’esecuzione di tamponi ai bambini ed ai ragazzi che frequentano le scuole ed i nidi.
«Questo è l’unico punto su cui abbiamo registrato un impegno dell’assessore, che si ci ha fatto sapere di voler contattare subito le farmacie», riporta Tattini.

L’ultima rivendicazione riguarda la salubrità dell’ambiente scolastico. «È di pochi giorni fa la notizia di un’altra amministrazione comunale del territorio emiliano-romagnolo che ha deciso di dotare le scuole dei sanificatori d’aria, mentre non sono ancora stati programmati interventi strutturali per intervenire in ogni scuola della nostra regione», si legge nel comunicato. La richiesta dei genitori rivolta alla Regione, dunque, è quella di non lasciare l’acquisto dei presidi non può essere lasciata all’intraprendenza del singolo dirigente scolastico o degli enti locali, ma di avere un impegno politico che garantisca a tutte le scuole la possibilità di acquistarli o riceverli evitando sprechi o acquisti non sicuri.

ASCOLTA L’INTERVISTA A CHIARA TATTINI: