Dopo le polemiche legate alla vicenda della scuola di Rozzano (MI), abbiamo provato a ricostruire lo stato dell’arte della laicità nelle scuole italiane. L’informazione svolge un ruolo importante, soprattutto quando non fa il suo dovere. Se ormai è chiaro che nessuna festa di Natale è stata annullata nell’istituto diretto da Marco Parma, ancora molto resta da fare per il rispetto della laicità. I passi avanti, però, non mancano.

Laicità: cosa è successo a Rozzano

Come una vicenda tutto sommato trascurabile sia diventata un caso nazionale è presto detto. Un preside del milanese vieta a due genitori di entrare nell’istituto per insegnare agli alunni canti cristiani in vista del natale. Un importante quotidiano nazionale parla invece di una festa di natale annullata dal preside Marco Parma nella scuola che dirige, a Rozzano. Segue il consueto (e trasversale) coro di indignazione e persino il ‘blitz’ del solito Salvini nell’istituto.

Peccato che, di fatto, il preside abbia solo vietato a due mamme di entrare nell’istituto per insegnare canti religiosi. Anche perchè, come spiega ai nostri microfoni Roberto Grendene dell’Unione Atei, Agnostici e Razionalisti (Uaar), “La programmazione dell’attività didattica è compito del collegio docenti e del dirigente scolastico”,. E quell’attività, per inciso, non era in programma.

Intanto fiumi di inchiostro e dichiarazioni convulse, come detto, non sono mancate. Fa riflettere che lo stesso Salvini, paladino della cristianità ora pronto a combattere lo Stato Islamico in prima persona (!), dopo essere entrato nell’istituto diretto da Marco Parma non abbia potuto fare a meno di notare che “le priorità sono altre”. L’edilizia scolastica, la sicurezza delle strutture, ad esempio.

“Su una scala di priorità – è d’accordo Grendene – Di certo prtioritario nella scuola italiana non è far festa cristiana durante il Natale o durante Pasqua”. Prioritario pare invece il rispetto della laicità, quantomeno nelle scuole e ancor di più in quelle primarie. “I bambini – riflette Grendene – Dovrebbero essere messi in grado di poter scegliere tra varie concezioni del mondo”.

I passi avanti, seppure lenti, comunque non mancano. Da una ricerca condotta dall’Uaar negli istituti del bolognese, risulta che “il 33% dei bambini non frequenta l’ora di religione e chiede una scuola laica”. Un dato che, rivela Grendene, supera di “oltre tre volte il dato nazionale”.