Le agitazioni nel mondo della scuola non sono mai mancate, nemmeno durante la pandemia. Ma è da tempo che, almeno a Bologna, non si vedeva uno sciopero che riguarda un solo istituto scolastico. È invece quello che accadrà domani alle Aldrovandi Rubbiani, quando scioperà tutto il personale della scuola per protestare contro quella che viene definita una «gestione monocratica» della scuola da parte della dirigente scolastica.
A nulla, infatti, sembrano valsi i tentativi di conciliazione in Prefettura e quattro sindacati – Cobas Scuola, Cgil, Cisl e Gilda – hanno proclamato lo sciopero.

«La scuola dovrebbe essere collegiale», lo sciopero alle Aldrovandi Rubbiani

«Una parte significativa della comunità scolastica ha orgogliosamente deciso di promuovere lo sciopero in un singolo istituto, cosa che non si vedeva da decenni, a seguito del drastico peggioramento delle relazioni e del clima di grande disagio che si respira nella scuola, con evidenti ricadute sul benessere collettivo e sulla qualità del lavoro – si legge in un comunicato dei Cobas Scuola – Tutto ciò accade a causa della gestione dirigista e autoritaria della dirigenza, supportata dallo staff».
I sindacati contestano che la vita della scuola, le scelte didattico-organizzative e la gestione delle risorse umane e finanziarie diventino appannaggio esclusivo della dirigente.

Alle Aldrovandi Rubbiani, in particolare, lavoratrici e lavoratori non hanno digerito la scelta della dirigenza sull’organizzazione del lavoro suddivisa in diversi plessi, operata in aperto contrasto con quanto indicato dal collegio docenti. Ma ad incrociare le braccia sarà anche il personale Ata, chiamato a ricoprire mansioni di sorveglianza di classi rimaste scoperte per effetto dell’organizzazione del lavoro. Mansioni che non gli competerebbe e per le quali non c’è stata alcuna contrattazione.
Oltre a ciò, le rsu lamentano una scarsa trasparenza, anche sull’utilizzo delle risorse economiche destinate alla scuola, cui i sindacati non riescono a venire a conoscenza.

«Più in generale – spiega ai nostri microfoni Luca Castrignanò dei Cobas Scuola – c’è un disagio legato a quest’idea di scuola fortemente verticistica e aziendalista, che ha fatto piazza pulita degli organi collegiali per imporre un modello di gestione della scuola che non è condiviso e intorno al quale, non trovando spazi di mediazione, contrattazione o conciliazione, si è dovuto ricorrere allo stato di agitazione e ora allo sciopero».
La “gestione monocratica” delle scuole, del resto, è favorita dalla riforma della cosiddetta “Buona Scuola” del governo Renzi, che ha concentrato molti poteri nelle mani dei dirigenti scolastici.

ASCOLTA L’INTERVISTA A LUCA CASTRIGNANÒ: