Allo sciopero generale di venerdì non parteciperà la Cisl, ma anche Ross@ ha deciso di prendere le distanze da Cgil e Uil. Il gruppo esprime però solidarietà con i lavoratori e le lavoratrici che saranno in piazza il 12 dicembre per manifestare contro il Jobs Act e la legge di stabilità.
Sciopero generale a Bologna contro il Jobs Act
Se l’opposizione alla politiche del governo Renzi è condivisa da Ross@, il gruppo dice comunque di “dissentire dalla piattaforma dello sciopero e di ritenere che con le intenzioni di chi lo ha indetto si preparano solo nuove ritirate e cedimenti. Bisogna seguire una via diversa“.
La “via diversa” è chiaramente differente da quella seguita dalla Cisl, ch per bocca del suo leader Annamaria Furlan ha espresso parole di sostegno alle riforme introdotte con il Jobs Act.
Ross@ contesta anche a Cgil, Uil e Ugl le pratiche sindacali territoriali, ritenute troppo spesso concertative e “causa di tante sconfitte”. A essere criticata è una prassi sindacale trasversale che vede le forze confederali impegnate, da un lato, nella convocazione di una grande mobilitazione nazionale contro politiche di destrutturazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, e dall’altro prive della capacità – o della volontà – di difendere quei diritti nei contesti e nelle vertenze territoriali in cui sono coinvolte.
Le vertenze bolognesi degli ultimi mesi – quella dei lavoratori della Coop Service in zona universitaria e quella dei lavoratori della logistica – raccontano di una realtà nella quale i sindacati confederali o hanno rasentato la marginalità o hanno sottoscritto accordi inaccettabili per i lavoratori e le lavoratrici.
La mobilitazione dei lavoratori della logistica è stata sostenuta attivamente dal Si Cobas e i lavoratori della Coop Service si sono ritrovati in mano un accordo, sottoscritto tra gli altri dalla Cgil, che prevedeva una paga oraria di 2 euro e 80 l’ora. In entrambi i casi è stata l’azione di collettivi e centri sociali ad essere fortemente incisiva.
Le critiche mosse sono trasversali, ma particolarmente grave è considerata la posizione della Cgil. “Tutti i principali ex dirigenti della Cgil in Parlamento hanno approvato il Jobs Act e poi saranno in piazza il 12 senza aver ricevuto neanche una critica dal gruppo dirigente della confederazione”, denuncia Ross@.
Alessandro Albana