Nidi chiusi e altre chiusure scolastiche, oggi, per via dello sciopero del personale dei servizi educativi scolastici per l’integrazione degli alunni disabili. Educatrici ed educatori che lavorano in appalto per il Comune di Bologna nelle cooperative Quadrifoglio e Orsa incrociano le braccia, dopo mesi di mobilitazione, perché si sono visti decurtare l’orario di lavoro e negare il ricorso agli ammortizzatori sociali.
In occasione dello sciopero si è svolta una manifestazione in piazza Liber Paradisus, di fronte alla sede del Comune.

Servizi scolastici, le educatrici che assistono i disabili scioperano

Il meccanismo generato dall’appalto e dall’organizzazione dei servizi del Comune di Bologna, per cui oggi sciopera il personale dei servizi educativi scolastici per l’integrazione degli alunni disabili, non è tra i più semplici da spiegare.
Le educatrici e gli educatori hanno contratti sui 12 mesi di un anno, ma il periodo in cui lavorano di più è quello che coincide con l’apertura delle scuole, tra settembre e giugno. Per i mesi di luglio e agosto, invece, sono impegnati nei centri estivi del Comune di Bologna, ma lavorano molte meno ore.
Ciò che le cooperative che gestiscono l’appalto vogliono praticare è una decurtazione del salario rispetto alle ore effettivamente lavorate durante l’inverno per integrare il salario stesso durante l’estate.

«Oggi la pretesa è quella di pagare di meno il lavoro che viene svolto settimanalmente – osserva ai nostri microfoni Fabio Perretta di Usb, il sindacato che ha proclamato lo sciopero – al fine di accumulare una banca ore che serva a recuperare ore da redistribuire durante l’estate».
Il risultato, però, è che alcuni lavoratori e lavoratrici hanno prestato servizio come full time portando a casa stipendi da 6-700 euro. Il sindacato, invece, aveva proposto ciò che veniva praticato fino all’anno scorso, cioè il ricorso ad ammortizzatori sociali durante il periodo estivo, in particolare il Fis (Fondo Integrazione Salariale). Un’opzione che quest’anno l’Inps ha negato, anche perché il fondo è stato svuotato negli anni scorsi per la pandemia o l’alluvione.

La soluzione di spalmare su tutti i mesi dell’anno salari già miseri, sottolinea Usb «è stata già messa in atto unilateralmente» dalle cooperativa, «con il risultato di rendere ancora più precaria la vita di operatori che svolgono un servizio delicato ed essenziale per la cittadinanza».
Visto che il servizio viene svolto per conto del Comune, per Usb «l’amministrazione comunale deve assumersi le proprie responsabilità nell’affidamento di un appalto così importante in termini di inclusione sociale e risposte alle famiglie dei bambini disabili».

ASCOLTA L’INTERVISTA A FABIO PERRETTA: