La crisi del Pd e del M5S potrebbe essere l’occasione per rimettere in discussione tutto e aprire uno spazio di confronto a sinistra, non tanto per creare un nuovo partito o ristrutturare quelli esistenti, ma per ricostruire, riaggregare e soprattutto ripartire da forze sociali giovani che già mostrano la via, quella dell’intersezionalità. Ne è convinta Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e leader della lista Coraggiosa che, in una diretta Facebook, ieri sera è intervenuta sul momento politico che l’Italia sta attraversando.

La “operazione pirata” di Elly Schlein

Partendo dai momenti difficili che l’Italia e molte province dell’Emilia-Romagna stanno attraversando a causa della terza ondata della pandemia, Schlein dice però di non essersi persa quanto sta accadendo nel campo progressista e fa risalire il punto di rottura alla nomina di Mario Draghi che, sostiene la vicepresidente della Regione, ha rotto gli equilibri esistenti.
Un altro sintomo di questa crisi sta, ovviamente, nelle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd, per le quali si dice dispiaciuta riconoscendone lo sforzo per cambiare le cose, pur senza esserci riuscito.

Di fronte a questa situazione, però, Schlein non crede nella ricetta di rientrare nel Pd e cercare di imprimere un cambiamento da dentro ma suggerisce tra le righe un superamento di quell’esperienza. Una frecciata arriva anche alla sinistra radicale ed ecologista nella quale «oramai ci sono più sigle che elettori».
Per questo, la leader di Coraggiosa propone una “operazione pirata“: non un nuovo partito, ma “una rete” per ricostruire la sinistra su nuove basi.

La proposta di Schlein per uscire dall’impasse della sinistra è raggruppare attorno alle nuove sfide, indicate nella transizione ecologica, nella lotta alle diseguaglianze, in quella per un lavoro dignitoso e nel contrasto alle discriminazioni di genere, le energie più fresche.
«Partiamo di qui – ha detto Schlein – Ci servono proposte coraggiose e persone credibili per ricostruire l’intero campo su basi diverse. Un campo che sia ecologista, progressista e femminista insieme. Per questo sforzo io ci sono, diamoci un appuntamento e lanciamolo insieme».

La vicepresidente insiste sull’evitare di riproporre ricette del passato, quelle per cui ci si illude di cambiare le cose da dentro. «Non si tratta di decidere quale delle nostre case ridipingere, perché qualcuno si sentirebbe sempre ospite – osserva Schlein – ma creare un posto dove darci appuntamento». Una “rete” insomma, per le nuove battaglie. «Non servono grandi contenitori – continua – se sono incapaci di dire una parola chiara».

Schlein interviene anche sul parallelo che molti hanno osservato in questi giorni tra l’azione delle Sardine al Nazzareno e ciò che, nel 2013, portò proprio alla ribalta la stessa Schlein insieme a Pippo Civati: Occupy Pd. «Le analogie sono innegabili. A qualcuno già allora non andava giù l’idea del cambiamento, figuriamoci adesso che ci sono in ballo i 209 miliardi del Next Generation Eu».

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