La Procura lo indaga per istigazione a delinquere, ma l’ex di Potere Operaio Oreste Scalzone gliele canta (con tanto di fisarmonica): “Non mi difendo, è una questione di resistenza contro la violenza dei potenti”. E attacca il procuratore Giovannini sul suicidio di Vera Guidetti. GUARDA LE FOTO.

Oreste Scalzone simbolo di Resistenza

Oreste Scalzone le ha cantate alla Procura di Bologna. E non è una metafora. Al termine di una lunga conferenza stampa-show l’ex leader di Potete Operaio ha imbracciato la fisarmonica e intonato canti degli anni ’70, il cui contenuto non è di certo pacifista.
È avvenuta in questo modo la risposta di Scalzone alla Procura, che ha aperto nei suoi confronti un fascicolo per istigazione a delinquere dopo una frase pronunciata l’11 marzo, ricorrenza dell’omicidio di Francesco Lorusso.
In piazza San Domenico, antistante al tribunale, l’avvocata che lo difende, Marina Prosperi e agli attivisti di Cua e Social Log hanno allestito un palcoscenico composto da un tavolino, due sedie, una lampada da tavolo e l’inseparabile fisarmonica di Scalzone.

Qui, l’ex di Potere Operaio ha tenuto un lungo discorso, una “lectio magistralis” secondo i giovani attivisti, conclusosi con un concertino improvvisato.
Non mi difendo – afferma Scalzone – se vogliono processarmi, in quel rito che sono i processi, facciano pure“. Nessuna intenzione di ritrattare da quanto gli viene contestato, ovvero un invito ai giovani militanti a non essere timidi e a difendersi anche con le bottiglie se la polizia attacca.
Centrale nel discorso di Scalzone il tema della violenza e della repressione. “Ho visto trasmissioni televisive in cui politici difendevano un uomo che ha ucciso un ladro, quindi il diritto alla proprietà viene prima di quello alla vita?”. E ancora: “Non mi stupirei se introducessero il reato di omicidio di tornello“.
La vera violenza, secondo l’esponente dell’autonomia, è quella del potere e le forme di reazione sono da considerarsi resistenza, spesso con pochi mezzi a disposizione.

Sul finire di conferenza stampa, poi, arriva l’attacco diretto alla Procura, in particolare al sostituto procuratore Valter Giovannini che ha aperto il fascicolo.
“Ringrazio per avermi dato questa occasione per parlare di ciò che penso realmente, e cioè che tutti straparlano di violenza, ma qui il problema è quello della resistenza”, ha affermato Scalzone, che poi ha ricordato il caso di Vera Guidetti, la farmacista suicidatasi in seguito ad un interrogatorio di Giovannini, per il quale quest’ultimo è oggetto di un procedimento disciplinare: “Credo che fosse molto stressata una farmacista che sentiva la sua vita umiliata e calpestata, fino ad arrivare ad un gesto tremendo, che qualcuno poi definì segno del fatto che era una psicolabile”

L’avvocata Prosperi ha invece ricordato il processo ad Erri De Luca per lo stesso capo di imputazione e ha mostrato la sentenza di assoluzione, in cui il giudice ha ricordato che l’istigazione a delinquere è un reato di pericolo e che il pericolo debba essere concreto e dimostrabile. Altrimenti si è nella sfera della libertà di parola.