“C’è bisogno di investire sulle persone che la sanità bolognese e dell’Emilia Romagna la fanno tutti i giorni”. Lo dichiara Michele Vannini, segretario generale Fp Cgil Bologna, nell’ambito della conferenza stampa indetta dai sindacati sul tema della sanità locale. Il quadro che emerge è tragico: da una parte non si trovano i fondi, il personale è ridotto all’osso e le liste di attesa proibitive, dall’altra le aziende continuano a sprecare risorse appoggiandosi ai privati.

Sanità Pubblica: il quadro della crisi

Da una parte il personale è insufficiente, al di sotto del minimo stabilito per legge in caso di sciopero al fine di garantire il servizio pubblico. Dall’altra le aziende, pur non trovando fondi per fare le assunzioni necessarie, li trovano per costruire progetti da affidare ai dirigenti, assumere nuovi dirigenti con contratti di natura privatistica oppure per comprare dal privato prestazioni che si potrebbero tranquillamente fare dentro le strutture pubbliche, se solo ci fosse il personale necessario.

Lo ribadisce Marco Baldo, responsabile del Comparto Sanità Pubblica e Privata della Fp Cgil Bologna, che commenta: “la riorganizzazione in atto in ambito metropolitano comporterà un forte sforzo da parte dei lavoratori, tuttavia nessun incentivo verrà garantito a fronte delle difficoltà previste, e la risposta è sempre la stessa: non ci sono fondi. Sempre per la stessa ragione le assunzioni sono bloccate da anni, e si prevede di risparmiare 50 posti di lavoro nei prossimi anni. Noi crediamo che nella sanità sia necessario investire ed assumere, non continuare a tagliare come si sta facendo attualmente. Anche perchè parallelamente ai tagli in atto si tende ad acquistare servizi privati come sostituivi, quando i macchinari disponibili sul territorio non vengono usati per carenza di personale, uno spreco inaccettabile”.

Anche Gastone Spizzichino, segretario responsabile della Uil F.p.l., condanna gli sprechi relativi agli acquisti di servizi privati. “Non è l’unico spreco che andrebbe eliminato -sottolinea Spizzichino- al momento vi sono quattro aziende sanitarie sul territorio, quando ne basterebbe una unica. Se davvero si vuole razionalizzare e risparmiare, sarebbe il momento di passare dalle poltrone, invece che continuare a tagliare sul personale ospedaliero”.

Maurizio Cavicchioli della FSI Bologna in riferimento alle liste di attesa ricorda gli impegni presi in campagna elettorale dall’attuale Governatore della regione, che “si era impegnato a tenere aperto sabato e domenica. Impegno che effettivamente è stato rispettato, e ovviamente va benissimo. Il punto è che non ha molto senso se poi in settimana si tiene chiuso”.

Michele Vannini, segretario generale Fp Cgil Bologna, ricorda infine che si sta parlano di un territorio importante in ambito regionale, e chiarisce: “Se capitasse che altre realtà sul territorio regionale si trovassero nella stessa situazione di sofferenza di certo ci si organizzerebbe unitariamente a livello sindacale, perciò non è detto che questi temi si fermino a livello provinciale”.

Infine, i sindacati richiamano l’attenzione su una questione di democrazia sindacale. La Fials, un sindacato minoritario nell’ambito dell’azienda Usl, ha preso infatti la decisione illegittima di costituire una propria RSU, scelta che l’azienda avrebbe legittimato sottoscrivendo un accordo con essa. “Noi chiediamo che l’azienda Usl ascolti tutti gli aventi diritto -dichiara Vannini- e non solo con i soggetti che essa ritiene più confacenti al proprio pensiero”.

Anna Uras