Scoppia la polemica in seguito alle dichiarazioni del presidente del consiglio Mario Monti secondo cui ” la sostenibilità futura dei sistemi sanitari, incluso il nostro servizio sanitario nazionale, potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento e organizzazione dei servizi e prestazioni”.
Dai lavoratori della Sanità arrivano dunque accuse alla politica e ai tagli lineari applicati selvaggiamente negli ultimi due anni che, se da un lato stanno creando forti criticita’ alla regolare erogazione del l’assistenza, dall’altra hanno spinto la sanita’ pubblica in un vicolo cieco senza vie di uscita.I
nevitabile la bufera che ha investito il settore della Sanità pubblica in seguito alla prospettiva di nuovi tagli annunciata dal governo.
In videoconferenza alla presentazione a Palermo del progetto del nuovo Centro per le biotecnologie e la ricerca biomedica della Fondazione Rimed il premier Mario Monti ha infatti dichiarato che la sostenibilità futura del Servizio Sanitario Nazionale potrebbe ”non essere garantita”. “Le proiezioni di crescita e invecchiamento della popolazione mostrano che la sostenibilità futura dei sistemi sanitari, incluso il nostro servizio sanitario nazionale di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento e organizzazione dei servizi e prestazioni”.
La polemica ovviamente non si è fatta attendere perchè da queste premesse si intravedono, neanche troppo velatamente, le basi per una privatizzazione del sistema sanitario, o per una spinta verso un sistema che privilegi solamente i cittadini particolarmente agiati, in grado cioè di permettersi polizze assicurative. Per intendersi, c’è qualcuno che suggerisce l’inevitabile paragone con il vecchio, criticatissimo, modello americano.
Proprio ieri, ai microfoni di Rainews il Segretario Nazionale dell’Anaao Assomed, il maggiore sindacato della dirigenza medica, Costantino Troise commentava: “il momento è avvertito come cruciale e reale, è il rischio per la sanità pubblica di essere travolta come in Grecia ed in Spagna. Una tempesta perfetta avviata da Tremonti nel 2011, proseguita dalla manovra di Monti nell’inverno scorso, dalla spending review di Bondi, dalla legge di stabilità 2013, con un accanimento senza precedenti e senza plausibili ragioni di spesa fuori controllo, ha creato un de-finanziamento della sanità pubblica che la Corte dei Conti quantifica in 31 miliardi dal 2010 al 2014.”
Tra l’altro si va a colpire un settore da considerarsi particolarmente virtuoso in quanto, secondo il recente rapporto sulla spesa pubblica elaborato dal ministero dell’Economia si riconosce che l’incremento della spesa sanitaria e’ stato addirittura inferiore al tasso di inflazione, a differenza di quanto si e’ registrato negli altri comparti pubblici. La sanità chiede il dialogo e si prepara dunque a richieste che se non verranno esaudite sfocieranno nell’ennesima protesta di piazza con cui dovrà “fare i conti” il governo.