È nato due anni fa e in poco tempo ha saputo rianimare una zona del quartiere Santo Stefano non molto viva, quella attorno a via dei Lamponi, dove ha sede. È Grassroots, uno spazio che non è facilmente catalogabile nelle definizioni di “osteria” o “libreria”, che pure svolge, perché il suo approccio è fortemente sociale.
Lo spazio attraversa una fase di difficoltà a causa di un ritardo nei pagamenti degli affitti, al punto che la proprietà ha comminato uno sfratto e lunedì prossimo, 28 ottobre, si terrà un’udienza.

“Il problema è sorto questa estate – racconta ai nostri microfoni Milena Trajkovska, che gestisce il locale – Abbiamo deciso di tenere chiuso il locale e gestire il bar del Paleotto, anche se le condizioni erano svantaggiose. Grassroots non è in una via di grande passaggio, è fuori dal centro e la decisione di andare al Paleotto, oltre che per proporre le nostre attività culturali, è maturata proprio per avere le risorse per pagare l’affitto”.
Le cose, però, non sono andate per il verso giusto, la gestione ha maturato un buco di bilancio e il pagamento dell’affitto non è stato possibile. Fino ad arrivare all’avviso di sfratto.

“Abbiamo proposto alla proprietà un accordo che prevedeva il versamento di duemila euro subito e il pagamento di un affitto doppio per i mesi successivi, fino a rientrare dalla morosità, ma la proprietà ha rifiutato“, racconta Milena.
La proprietà ha rifiutato anche tutte le proposte precedenti per ridurre l’affitto, che è molto alto, considerata anche la collocazione del locale.
Di fronte alle difficoltà, Grassroots ha mobilitato anche la clientela, i cittadini del quartiere che in questi anni è riuscito ad aggregare. In tre giorni sono state raccolte più di 200 firme che chiedevano al Comune di farsi carico, almeno in parte, del sostegno economico al locale, proprio per il ruolo sociale che svolge.

A Grassroots, infatti, hanno trovato spazio laboratori per bambini, corsi di inglese, corsi di robotistica, concerti pomeridiani per non disturbare il vicinato, presentazione di libri, mercantino di scambio libri, azioni per il recupero dei vecchi giochi per bambini da condividere all’interno del locale. “Accogliamo tutte le famiglie, indipendentemente dall’orientamento o dalla razza e spesso le attività sono gratuite, perché lo scopo non è solo economico, ma soprattutto sociale”, sottolinea Milena. Che osserva anche: “Se l’attuale proprietà non volesse giungere ad un accordo, chiediamo che venga trovato un altro spazio, sempre nel quartiere, per continuare a svolgere le nostre attività”.

Intanto, per rientrare del debito, Grassroots ha lanciato un crowdfunding sulla piattaforma BuonaCausa.org, con cui invita chi ha apprezzato il lavoro del locale a contribuire con una donazione. Il tetto è stato fissato a 7mila euro, che rappresentano la somma che la proprietà esige subito.

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