Le disuguaglianze in termini di salute non esistono solo tra diversi Paesi del mondo, ma anche all’interno dello stesso Paese e addirittura all’interno della stessa città. Oltre a criteri generali, come la classe socio-economica di appartenenza, la provenienza geografica, il genere e il livello di istruzione, esistono altri indicatori che possono valutare il livello di accesso alla salute di una specifica zona. La salubrità o meno dell’ambiente circostante al luogo di residenza, la presenza o meno di servizi socio-sanitari e la loro accessibilità, ma anche il costo delle case, che seleziona gli abitanti di un quartiere. Tutti elementi che creano differenze tra una zona e un’altra di un’area urbana.

Il contrasto alle disuguaglianze sulla salute tra i quartieri di Bologna

A Bologna, nel 2022, l’Ausl ha pubblicato una vera e propria mappatura quartiere per quartiere sulle disuguaglianze che insistono all’interno del Comune di Bologna.
A partire da quella mappa, il Centro di Salute Internazionale e Interculturale (Csi) ha realizzato un progetto intitolato “L’equità nel diritto alla salute: il contrasto alle disuguaglianze nella città di Bologna”. L’indagine ha messo in luce come anche nel contesto bolognese, caratterizzato da una capillare presenza di servizi e da un quadro di solidità istituzionale, il tema delle disuguaglianze in salute emerga in modo rilevante. Il gruppo di ricerca ha analizzato e descritto gli elementi che sono alla base di queste disuguaglianze e che assumono rilevanza diversa a seconda dei contesti locali.

A partire da queste analisi, sono nate alcune azioni di promozione dell’equità in salute, realizzate insieme alle istituzioni e ai servizi territoriali.
«Noi da tanti anni siamo presenti alla Pescarola, che è un’area del quartiere Navile – racconta ai nostri microfoni Rita Maralla del Csi – È un’area caratterizzata da un’alta presenza sia di persone migranti che di persone povere e in particolare lavoriamo nel comparto Acer».
Alla Pescarola il Csi lavora per lo sviluppo di comunità, promuovendo la partecipazione della cittadinanza in un’area molto isolata. L’ultimo progetto attivato nella zona è lo sviluppo di un orto sociale, che ha lo scopo anche di provare ad accedere ad un’alimentazione più salutare.
Oltre a ciò, il progetto mira a rigenerare un’area abbandonata, con la prospettiva di farla diventare in futuro un bosco comunitario.

Il Csi è un gruppo di ricercatrici e ricercatori, ma anche attiviste e attivisti che si occupa proprio di salute e contrasto delle disuguaglianze. «Nasce nel 2006, prima come centro universitario dentro la Facoltà di Medicina, per poi diventare un’associazione di promozione sociale – spiega Maralla – Operiamo nel campo della formazione e nella ricercazione, cioè in quel campo in cui si cerca di coniugare la teoria con la pratica in un’ottica di trasformazione sociale, quindi di miglioramento della salute delle persone che vivono a Bologna, in particolare nei quartieri più soggetti a diseguaglianze e squilibri».

ASCOLTA L’INTERVISTA A RITA MARALLA: