Il 7 aprile non è soltanto la Giornata Mondiale della Salute: si celebra infatti lo stesso giorno anche la Giornata Europea contro la Commercializzazione della salute, un momento nato per politicizzare la questione del diritto alla salute che è da anni messo in crisi, tanto in Europa quanto nel mondo, da politiche che rendono la sanità un business, privatizzando servizi un tempo garantiti dallo Stato e alimentando così il divario socio economico tra coloro che possono permettersi di stare bene quelli che invece devono rinunciare a tale diritto teoricamente “fondamentale e universale”.

Il diritto alla salute e i rischi di privatizzazione

Celebrare il diritto alla salute al giorno d’oggi significa lottare contro il definanziamento delle politiche sanitarie, ricorda Rita Maralla, antropologa e attivista del Centro di Salute Internazionale e Interculturale (CSI), dal momento che da un decennio a questa parte in tutto il mondo si assiste allo smantellamento dei servizi sanitari nazionali e ad una crescente privatizzazione della sanità.
A Bologna, tra le numerose iniziative della giornata del 7 aprile, il Csi e altre realtà affini hanno organizzato una giornata di socialità e formazione presso Fondo Comini, in via Fioravanti, dove tra banchetti, materiali informativi e una passeggiata solidale di quartiere i partecipanti avranno modo di conoscere le associazioni che si occupano di diritto alla salute e le loro specificità.

Ciò che caratterizza l’approccio del Csi nel trattare il diritto alla salute è infatti la centralità della lotta contro la privatizzazione e l’analisi delle conseguenze sociali di questo processo sui gruppi sociali subalterni, dal momento che «pubblico e privato vanno a braccetto» racconta Maralla, e anche in Europa, come rappresentato dalla campagna “Salute prima del mercato”, è sempre più sentita la necessità di politiche comunitarie che garantiscano l’accessibilità e la gratuità dei servizi sanitari.

In quest’ottica si inserisce anche l’Assemblea dei popoli per la salute, un incontro globale che si terrà dal 7 all’11 aprile in Argentina, organizzato dal People’s Health Movement, movimento nato nel 2000 con lo scopo di promuovere il diritto alla salute in maniera intersezionale, considerando cioè questa lotta strettamente connessa alle rivendicazioni di giustizia sociale ed ecologica.
L’incontro nasce dall’esigenza di costruire un momento “dal basso” dove delegazioni provenienti da tutto il mondo, comprese delegazioni indigene e del cosiddetto “sud globale”, si riuniranno per condividere le specifiche lotte territoriali e rivendicare il concetto di salute inteso come benessere universale, attraverso tavoli tematici che spaziano dal lavoro alla giustizia di genere passando per la condivisione di pratiche e saperi “ancestrali”.

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