Spunta un compratore per Saga Coffee, azienda bolognese del gruppo Evoca, che ha deciso di delocalizzare la produzione di macchine professionali per il caffè chiudendo lo stabilimento di Gaggio Montano, dove lavorano 220 persone.
È la novità più importante mersa oggi al tavolo di confronto tra i sindacati e l’azienda che si è svolto in Regione.

Al tavolo sulla Saga Coffee spunta l’ipotesi di un compratore

«L’amministratore delegato Andrea Zocchi ha dichiarato che c’è un imprenditore che ha fatto una manifestazione d’interesse, c’è un confronto vero in atto. Mi si dice da parte loro che si tratta di un imprenditore serio, un industriale, che vuole allargare la sua produzione», riferisce l’assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, al termine dell’incontro.
L’indentità del possibile compratore che potrebbe salvare la fabbrica in Appennino rimane al momento coperta da riserbo. Si sa, però, che non è emiliano-romagnolo e che potrebbe essere l’ultima speranza per Saga Coffee, visto cche nel faccia a faccia di oggi Evoca è rimasta irremovibile rispetto al progetto di abbandonare il sito di Gaggio.

«L’imprenditore non è stato palesato, giustamente. Penso voglia presentarsi prima alle istituzioni. Si tratta di un imprenditore che ha più di 100 milioni di fatturato e centinaia di lavoratori in forza. Detto questo non ho elementi per giudicare o dire che è tutto a posto – aggiunge Colla – Evoca non retrocede su questa decisione, anche se non ci convincono le loro motivazioni, ma abbiamo aperto un nuovo cantiere», spiega l’assessore. «Abbiamo bisogno di un nuovo imprenditore, che deve essere messo in condizione di lavorare nel sito di Gaggio Montano, di fare una reindustrializzazione e dare risposta a tutti i lavoratori», sono i paletti della Regione.

Colla, intanto, ha già chiesto di incontrare il possibile compratore. «Mi è stato comunicato in diretta che è disponibile a incontrare la Regione. A quel punto, quando avremo la sua disponibilità, a fare un incontro entro dieci giorni, avvieremo un percorso nuovo. Se quell’imprenditore vuole fare investimenti, in questa regione siamo abituati a trovare le soluzioni e ad accompagnare le persone serie che fanno investimenti», assicura Colla. «Anche le organizzazioni sindacali hanno dichiarato la loro disponibilità ad aprire questa nuova fase. Lo dobbiamo a quel territorio e a quella gente che sta facendo un presidio là davanti. Appena avremo l’incontro con l’imprenditore avvieremo la formalizzazione di un confronto per arrivare a un accordo sindacale. Vogliamo che i tempi siamo molto ristretti ed entro il 31 dicembre ci siamo impegnati a vedere se ci sono le condizioni per stringere e avere una risposta di accordo e una risposta industriale», conclude.

Il cauto ottimismo dei sindacati

Prima di parlare con la stampa, i sindacati hanno incontrato le lavoratrici e i lavoratori in assemblea. «Rispetto a com’era la situazione ieri è un grane passo avanti, ma procediamo con cautela fino a quando non avremmo incontrato l’imprenditore e capito il piano di reindustrializzazione», commenta ai nostri microfoni Primo Sacchetti, delegato della Fiom-Cgil.
Le richieste dei sindacati sono il mantenimento a Gaggio Montano del sito produttivo e la piena occupazione ma, pur nella cautela, non nascondono un ritrovato ottimismo, al punto da leggere quanto accaduto come l’apertura di una fase nuova nella vicenda. L’obiettivo è di chiudere la partita entro la fine dell’anno, ma prima il possibile compratore dovrà incontrare la Regione, che si è fatta garante di tutta la vertenza.

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Fonte: Agenzia Dire