L’assessore alla Cultura decide di annullare tutti i concerti di Bè Bologna Estate dopo la sentenza del Tar. Cipriani (Sel): “Ha fatto bene. I cittadini devono dire in che città vogliono vivere”.

A sorpresa, ma fino ad un certo punto visto il suo carattere, l’assessore alla Cultura Alberto Ronchi ha deciso di annullare tutti i concerti e gli eventi musicali rimasti in calendario nel cartellone di Bè Bologna Estate.
Una decisione, quella di Ronchi, maturata dopo la sentenza del Tar al ricorso dei comitati dei residenti, che annullava la delibera di Palazzo D’Accursio sull’innalzamento dei decibel dei concerti.

La sentenza del Tar non decide il numero dei decibel, ma evidenzia il percorso formale che l’Amministrazione avrebbe dovuto seguire per poter derogare alla legge regionale che, quella sì, fissa a 70 i decibel per le esibizioni live.
Palazzo D’Accursio avrebbe dovuto dotarsi di un regolamento acustico comunale, ma non l’ha fatto. Quindi la delibera è stata annullata.

La mossa a sorpresa di Ronchi, però, estende il discorso dal formale al sostanziale. Annullando tutti i concerti, vuole interrogare i bolognesi sul modello di città che vorrebbero.
Dello stesso avviso è Lorenzo Cipriani, consigliere della lista Sel/Verdi, che sottolinea come la decisione sia costata cara all’assessore stesso. “Non è possibile che 50 cittadini – sostiene Cipriani – tengano in ostaggio una città intera. I bolognesi dovrebbero dire se vogliono concerti fino alle 23.30, perché è di questo che si parla, o vogliono andare a letto alle 7 di sera”.

Sulla denuncia per istigazione a delinquere sporta dai comitati contro l’assessore, Cipriani si dice basito. “È evidente che qualunque magistrato archivierà la querela. Non è pensabile che aver dato dei tromboni ai comitati possa anche solo lontanamente aver indotto ad aggredire i residenti. Ormai la vicenda non ha nulla di politico: è diventata una guerra personale nei confronti di Alberto Ronchi”.