L’inchiesta della Procura di Roma denominata “mondo di mezzo” ha sgominato un’organizzazione di stampo mafioso che controllava gli appalti nella capitale. Tra i 37 arrestati figura l’ex estremista nero Massimo Carminati. Anche l’ex-sindaco Alemanno tra i 100 indagati. Il business più redditizio era la gestione dei centri d’accoglienza e dei campi rom.
Inchiesta “Mondo di Mezzo”, coinvolto anche Alemanno
“Via gli stranieri, via i rom, anzi no, ché con quelli ci mangiamo.” Si potrebbero sintetizzare così, col senno di poi, le tante manifestazioni contro i centri d’accoglienza e i campi rom che si sono susseguite nella Capitale. Se le accuse, e in quanto tali in predicato di fallacia in sede giudiziaria, dovessero essere confermate, tanti dei politici che sfilavano in quelle manifestazioni raccogliendo l’indignazione della gente, avrebbero perso molto della credibilita necessaria a scendere in piazza.
Quello che emerge dall’inchiesta “mondo di mezzo” della Procura di Roma, che ieri ha portato 37 persone in carcere, e vede tra i 100 indagati anche l’ex-sindaco Alemanno oltre a esponenti del Pd come Daniele Ozzimo e Mirko Coratti è il quadro desolante di una città gestita, per quel che riguarda gli appalti, da “un’organizzazione mafiosa”, come ha detto il procuratore capo Pignatone, con a capo l’ex-Nar e componente della banda della Magliana, Massimo Carminati.
Quello che stupisce è la capacità dell’organizzazione di controllare in maniera tentacolare i bandi per l’assegnazione della gestione di rifiuti, verde pubblico, centri d’accoglienza e campi nomadi, che venivano affidati, spesso attraverso il meccanismo dell’emergenza, a cooperative che, a quanto pare, facevano parte integrante del sodalizio. Il tutto avveniva, ça va sans dire, attraverso appoggi politici a tutti i livelli e, si perdoni la facile ironia, senza distinzione di colore (politico).
Ed è proprio la parola emergenza ad essere il fulcro della vicenda. Producendosi in un esercizio di retorica, non ancora accertato in sede giudiziaria ma alquanto realistico, si potrebbe dire che l’emergenza si crea perchè fa mangiare chi la deve risolvere. In altre parole, si grida all’emergenza, la si rende volutamente tale e si intascano i fondi della gestione dell’emergenza, assegnati con le procedure semplificate tipiche del caso. I soldi, quei famosi trenta euro che durante le manifestazioni contro gli stranieri a detta di tutti sono assegnati giornalmente a ogni migrante, sarebbero finiti, insomma, in italianissime mani. E allora: via gli stranieri, via i rom, anzi no, ché con quelli ci mangiamo“.