Una delegazione internazionale di attivisti, tra cui l’associazione “Ya Basta!” di Bologna, si trova al confine turco-siriano per chiedere l’apertura di un corridoio umanitario per la ricostruzione di Kobane, la città che ha resistito all’avanzata dell’Isis. La Carovana si sposterà poi verso Diyarbakir e Cizre dove continua la repressione contro la popolazione civile curda, le altre minoranze e i partiti di opposizione.

Oggi pomeriggio, nell’anniversario dell’attacco dello Stato Islamico, una carovana internazionale ha manifestato al confine turco-siriano per rivendicare l’apertura di un corridoio umanitario e la ricostruzione di Kobane, la città simbolo della resistenza all’avanzata del cosiddetto Califfato. La delegazione, formata da attivisti provenienti da tutto il mondo, tra cui l’organizzazione no profit “Ya Basta!” di Bologna, è accompagnata dai deputati italiani Giovanni Paglia e Franco Bosco. Il presidio sul confine ha incontrato l’opposizione delle autorità turche, che ha impedito agli attivisti di avvicinarsi al gate della frontiera con Kobane.

La città, liberata dopo 134 giorni dalle unità di difesa popolare curda (Ypg e Ypj), si trova a fare i conti con una ricostruzione ostacolata dalla chiusura delle frontiere da parte del governo turco. “Lo scopo di questa carovana è quello di chiedere l’apertura di un canale umanitario – spiega ai nostri microfoni Sara Montinaro di Ya Basta! – A quattro anni dall’inizio della guerra ci sono ancora problemi per l’approvigionamento di medicinali, acqua, cibo per chi si trova a Kobane e nel Rojava”. Centinaia di migliaia di persone sono state costrette a fuggire dalla regione, mentre la popolazione che vive nella città è ancora priva di acqua corrente, luce e servizi essenziali. “Dopo la liberazione di Kobane la situazione è ancora molto critica – continua Montinaro – il passaggio attraverso il confine è impossibile. La città si trova in uno stato di abbandono. Abbiamo provato a entrare a Kobane ma ci è stato impedito di avvicinarci“.

Il viaggio della Carovana si sposterà nei prossimi giorni dividendosi tra Diyarbakir e Cizre, teatro nelle ultime settimane degli scontri tra le forze armate turche e i partiti di opposizione curdi. A meno di due mesi dalle elezioni in Turchia, il clima di tensione è altissimo dopo l’affossamento dei colloqui di pace tra il governo di Ankara e il Pkk. “Sono settimane che continuano gli scontri e gli attacchi contro i cittadini curdi e non solo – sottolinea l’attivista – Solo la settimana scorsa sono state attaccate 180 sedi del partito Hdp. Nei giorni scorsi Cizre è stata assediata e il coprifuoco è stato tolto solo 48 ore fa. Nei prossimi giorni valuteremo se sarà possibile dirigerci verso Cizre e Diyarbakir – fa sapere Montinaro – dove non si fermano gli scontri e si contano molte vittime tra i civili, tra cui donne e bambini“.