Dopo l’affossamento del ddl Zan in Senato avevano già dato vita ad una manifestazione spontanea notturna per le vie di Bologna, ma le realtà che compongono il Rivolta Pride sentono il bisogno di tornarci per rivendicare #MoltoPiùDiZan. Per questo motivo una nuova manifestazione si terrà domani, sabato 30 ottobre, con appuntamento alle 12.00 in piazza Nettuno.

A Bologna di nuovo in piazza dopo l’affossamento del Ddl Zan

Rivolta Pride giudica la bocciatura del Ddl Zan come una «espressione dell’omolesbobitransfobia diffusa in questo Paese – si legge in un comunicato – E dimostra ancora una volta quanto la violenza istituzionale sia intrinseca al nostro sistema e ai suoi “rappresentanti”, i quali esultano mentre privano le persone dei propri diritti».
Nell’analisi di cosa è accaduto al Senato, Rivolta Pride evidenzia, da un lato, un gioco al ribasso sui corpi delle persone lgbtq per una resa dei conti tra partiti, dall’altro «ad aver guidato la mano dei senatori nel segreto del voto è soprattutto la transfobia poiché proprio l’identità di genere ha rappresentato il fulcro della polemica contro questo provvedimento, con l’aiuto di una minoranza di “femministe” allineate al potere e lontane dalle posizioni del femminismo contemporaneo».

Ai nostri microfoni Anna Uras, esponente di Rivolta Pride e redattrice di Indecoradio, in onda sulle nostre frequenze, ricorda che il gruppo di associazioni, che il 3 luglio scorso ha dato vita ad una parata con più di 30mila persone, è nato proprio per chiedere provvedimenti ancora più coraggiosi del Ddl Zan. In particolare, la questione dell’autodeterminazione del genere è una questione che non veniva affrontata nella legge. «Le leggi esistenti sono più che datate – osserva Uras – e comportano una patologizzazione e una infantilizzazione delle persone trans, quindi il ddl Zan non sarebbe bastato».

La parte punitiva del ddl Zan era quella che aveva sollevato più perplessità e critiche anche da parte del mondo lgbtq, ma l’articolo 4, invece, avrebbe rappresentato un primo passo per l’intervento educativo, quindi preventivo. In particolare, l’articolo prevedeva l’istituzione di una giornata nelle scuole dedicata all’educazione alle differenze, che è sempre ostacolata dai movimenti “No Gender”, composti da catto-fascisti.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANNA URAS: