Fino al 30 novembre l’associazione ambientalista invita i cittadini a suggerire aree degradate o dismesse e un loro possibile utilizzo. L’obiettivo è sensibilizzare contro il consumo di suolo.
Non si ferma il consumo di suolo a dispetto del limitato incremento demografico. Aree suburbane, poli commerciali, infrastrutture, raccordi e grandi opere rosicchiano la campagna, tanto che secondo gli ultimi dati pubblicati dal wwf nel dossier “Terra rubata” in Italia non è sostanzialmente possibile tracciare un cerchio di 10 km di diametro senza intercettare un nucleo urbano. L’Emilia-Romagna, con la sua pianura, risulta essere fra le regioni che hanno subito la maggiore pressione insediativa e infrastrutturale, con un tasso di incremento annuo del 5,12% e con il dato record di 9 ettari al giorno di suolo consumato. Nel quinquennio 2003-2008 le superfici “artificializzate” sono aumentate di ben 15.446 ettari in pianura: pari alla superficie di Bologna entro la cerchia dei viali. E non sono solo i nuovi poli industriali (+10%) a colare cemento sul paesaggio padano, anzi la quota più consistente se la spartiscono centri commerciali (+27%) con strade e ferrovie (+23%).
Con il lancio del movimento “riutilizziAMO l’ITALIA” il wwf chiede ai cittadini di segnalare le aree degradate o dismesse – capannoni, aree di scavo ed ex cantieri, edifici abbandonati e spesso pericolanti, terreni degradati. Finora sono state raccolte 250 segnalazioni in tutta Italia, dagli ex-conventi alle carceri abbandonate ma ancora in custodia da parte dei corpi dello stato. Fino al 30 novembre sarà possibile continuare il censimento “online” (www.wwf.it//riutilizziamoitalia) indicando anche progetti per la riqualificazione. Dal riutilizzo urbanistico alla riconversione dei terreni a fine agricolo, dagli orti urbani al verde pubblico l’imperativo è quello di riappropriarci del nostro Paese. La stessa direzione in cui va la recente norma voluta dal ministro Catania con cui si difende il suolo agricolo. Un passo avanti rilevante secondo il presidente wwf Stefano Leoni. “Ma non basta. In molti paesi europei i paletti siano più stretti e la legislazione contro il consumo di suolo prende in considerazione tutte le tipologie, e non solo quelle destinate ad uso agricolo.” Un inizio incoraggiante che inverte la rotta rispetto al circolo dell’abusivismo e dei condoni, con cui per anni si è contraddistinta l’Italia.
Angelica Erta