Per l’emergenza gelo di queste ore a Rimini si è formata una rete di soccorso ai senza fissa dimora che include la Caritas e realtà di movimento come il progetto Casa Gallo di Casa Madiba Network. La realtà autogestita ha implementato i servizi di assistenza ai senzatetto e da mesi ha lanciato la campagna #UnaCasaPerTutti. “L’emergenza sia il punto di partenza per cambiare le politiche sociali”.

A Rimini sono circa 200 le persone che dormono ogni sera in alloggi di fortuna, senza riscaldamento o all’aperto perché senza dimora. Con l’ondata di gelo che ha investito l’Italia in queste ore a rischio è la vita stessa di quelle persone. Per questo la Caritas della città romagnola ha lanciato un appello ai cittadini chiedendo abiti invernali, coperte e offerte.
L’attivazione di associazioni di volontariato, in questi anni, si rivelano sempre più importanti, dal momento che le Amministrazioni locali si affidano al loro supporto per predisporre i “Piani freddo” e l’accoglienza delle persone più emarginate durante i periodi più rigidi.

Nella città di Fellini la rete di solidarietà che si è formata include anche realtà di movimento, quelle che sui giornali mainstream vengono definite “antagoniste”, come Casa Madiba Network, che grazie al suo progetto “Casa Gallo“, darà il suo contributo per l’ospitalità ai senza tetto durante le giornate di gelo, in continuità con la campagna lanciata qualche mese fa #UnaCasaPerTutti.
“Non siamo presuntuosi – spiega ai nostri microfoni Manila Ricci, attivista del progetto – e sappiamo di non essere autosufficienti, per cui collaboriamo con realtà come la Caritas”.

Il progetto di Casa Gallo, però, ha portato non poche innovazioni nel tema dell’intervento nel settore della marginalità sociale. Anzitutto per quanto riguarda l’autonomia e il protagonismo degli “utenti”, che diventano soggetti attivi e non semplici destinatari di misure di accoglienza.
Quasi due anni fa, infatti, è cominciata una battaglia per il riconoscimento di questo progetto di autogestione, che serviva a dare un tetto a quanti, italiani e richiedenti asilo, non ce l’avevano. Un centro di accoglienza non istituzionale o istituzionalizzato, che si regge sul lavoro degli stessi ospiti e grazie alla solidarietà della cittadinanza.

“Tutti i piani freddo delle Amministrazioni locali – osserva l’attivista – rispondono ad un bisogno immediato, ma non vanno a risolvere strutturalmente le situazioni di marginalità“. L’auspicio, quindi, è che questa nuova emergenza possa servire come spunto di riflessione per cambiare le politiche sociali e legittimare anche l’esistenza di progetti come quello di Casa Gallo.
Il prossimo scoglio che l’esperienza dovrà affrontare, infatti, è fissato per il 30 aprile, quando scadrà la convenzione stipulata con il Comune di Rimini.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MANILA RICCI: