La riforma della Costituzione è stata approvata in via definiva alla Camera. Le opposizioni sono uscite dall’Aula. In ottobre la parola passa ai cittadini col referendum. Trasformazione del Senato e abbinamento con l’Italicum alcuni dei punti più controversi. Libertà e Giustizia: “Ferita grave, è una semplificazione che indebolisce. Ora ci battiamo al referendum”.

La riforma della Costituzione è stata approvata in via definitiva dalla Camera. In anticipo di 24 ore sulle previsioni, il ddl Boschi ha ottenuto 367 voti a favore e 7 contrari.
Le opposizioni non hanno votato, dopo le dichiarazioni di voto sono uscite dall’aula. A restare, invece, solo la maggioranza che sostiene il governo e i verdiniani.
Soddisfatto il premier Matteo Renzi, che ha affermato: “Ora l’Italia è il Paese più stabile d’Europa”.

La Sinistra Dem, con un curioso gioco retorico, ha votato a favore, ma “con riserva”. In una nota, i parlamentari Gianni Cuperlo, Sergio Lo Giudice e Roberto Speranza chiedono ora di rivedere la legge elettorale.
Proprio l’Italicum è uno dei punti più spinosi dell’abbinamento con la riforma, poiché potenzialmente potrebbe portare un partito di minoranza a controllare tutte le Istituzioni.
Oltre a ciò, i nodi più critici, come spiegato in un articolo di Radio Città Fujiko, restano la trasformazione del Senato, gli ostacoli alla partecipazione e l’accentramento delle decisioni su materie quali l’energia, le infrastrutture e la Protezione Civile.

In ottobre, in ogni caso, si terrà il referendum confermativo. Gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sulla riforma, che ha già ottenuto il no di intellettuali, giuristi e dell’Anpi.
La fretta con cui Renzi ha voluto arrivare all’approvazione, del resto, denota una certa incertezza visto le prossime scadenze, tra cui il referendum di domenica prossima, 17 aprile, e le elezioni amministrative di giugno.

“Quest’approvazione è una ferita grave alla storia migliore del nostro Paese, un oltraggio – commenta ai nostri microfoni Sandra Bonsanti di Libertà e Giustizia – Questa non è una semplificazione che rafforza, ma che indebolisce lo Stato, mettendo nelle mani di una persona sola i poteri e togliendo i contrappesi”.
Libertà e Giustizia, dunque, si prepara alla campagna referendaria, che secondo Bonsanti sarà contraddistinta da provvedimenti populisti di Renzi, come l’abbassamento delle tasse, per confondere i cittadini sulla reale gravità delle modifiche costituzionali.