Sulla riforma costituzionale il Governo decide di bypassare l’esame della Commissione e porta il testo in Aula, tra le proteste delle opposizioni. Renzi sceglie la linea dura e fa pressione su Grasso per non riaprire la discussione sul contestato articolo 2. Corradino Mineo: “Meglio un monocameralismo dichiarato che un bicameralismo pasticciato”.

Il ddl Boschi sulla riforma del Senato è approdato oggi in Aula, dopo che il Governo ha deciso di tirare dritto sulla sua strada e calendarizzare il provvedimento senza l’approvazione della Commissione. Una linea dura che ha scatenato le proteste delle opposizioni e della frangia interna del Pd. Per l’ennesima volta, infatti, Renzi sceglie di zittire quelli che chiama “gufi” o “rosiconi”: era già successo con l’Italicum e la riforma della “Buona Scuola”.

Secondo il senatore dissidente del Pd Corradino Mineo “c’è una forzatura allarmante da parte del Governo, che decide che la Commissione non possa avere parola e debba essere saltata per andare direttamente in Aula. Si prefigura una situazione in cui in Parlamento si può solo votare sì o no a quanto decide il Governo – dice Mineo intervenendo ai nostri microfoni – È un progetto che vuole ridurre le istituzioni a organismi di pura ratifica“.

In questo contesto Matteo Renzi ha voluto lanciare un messaggio al presidente del Senato Grasso: “Se il presidente del Senato riaprirà la questione dell’articolo 2 della riforma costituzionale ascolteremo le motivazioni per cui ha riaperto e decideremo di conseguenza”, ha fatto sapere il premier, in merito alla possibile contromossa di proporre l’abolizione tout court del Senato in caso di riapertura della discussione sull’articolo 2 (quello che stabilisce la non eleggibilità dei futuri senatori). “Io dico che sono d’accordo, presenterò un emendamento in cui proporrò l’abolizione del Senato – fa sapere Mineo – E questo perché è molto meglio un monocameralismo dichiarato che un bicameralismo pasticciato, che nasconde la vera volontà, ovverosia quella di dare tutto il potere per 5 cinque anni in mano al presidente del Consiglio. Prendo sul serio Renzi e lo sfido: aboliamo il Senato“.

In calendario il prossimo appuntamento caldo è la direzione del Pd convocata per lunedì prossimo, all’interno della quale Renzi metterà in chiaro la volontà di tirare dritto sulla riforma, con buona pace di minoranza e dissidenti. Per Corradino Mineo non è altro che “una barzelletta, mi sembra che i renziani siano sull’orlo di una crisi di nervi, e che questa linea dura promessa da Renzi per la direzione sia un modo per tacitare i segni di insofferenza presenti all’interno della sua stessa area”.