Rendere disponibile il personale, valutando se accettare o meno le domande di congedo anticipato, concentrare tutto l’addestramento sul warfighting, tenere in massima efficienza tutti i sistemi d’arma, come i mezzi cingolati, gli elicotteri e l’artiglieria. Sono questi alcuni dei contenuti della circolare firmata dal Capo Ufficio Generale dello Sme, il generale Bruno Pisciotta, e diramata all’esercito italiano.
Una circolare che è stata ricevuto da Rifondazione Comunista attraverso ambienti militari e riportata all’opinione pubblica.

La circolare con cui si prepara l’esercito italiano alla guerra

Il titolo della circolare fa riferimento alla guerra in Ucraina, dal momento che recita “Evoluzioni sullo scacchiere internazionale” e per il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, testimonia che l’Italia si sta preparando al conflitto. «Dopo questa allerta, l’ulteriore passo sarebbe la partecipazione sul campo», osserva Acerbo ai nostri microfoni.
Il segretario di Rifondazione sottolinea che l’Italia non è un Paese che confina con l’Ucraina, in cui può essere comprensibile l’allerta nel caso in cui un mezzo militare russo sconfini.

E se i vertici militari hanno tentato di minimizzare, sostenendo che si tratta di una circolare di routine, la preoccupazione di Rifondazione rimane intatta. «La circolare ci è arrivata da ambienti militari – ricostruisce Acerbo – e tutti gli esperti a cui l’abbiamo fatta vedere hanno reagito con preoccupazione. Non è la prima crisi internazionale che si registra, ma un documento di questo tipo non è consueto».
Già l’invio di armi all’Ucraina, deciso dal governo e approvato dal Parlamento, rappresentava una misura sul filo della belligeranza. La preparazione dell’esercito italiano al warfighting rappresenta un ulteriore passaggio verso la guerra.

«Ricordo che il nostro Paese ha una Costituzione che all’articolo 11 prevede il ripudio della guerra – continua il segretario di Rifondazione – L’Italia dovrebbe promuovere una conferenza di pace invece di preparare l’esercito alla guerra».
Per questo motivo, Acerbo chiede al ministro della Difesa di rispondere del documento e invita tutta la popolazione italiana a continuare la mobilitazione per la pace e contro l’invio di armi in Ucraina.

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