Alle 15.00, in Comune, la firma della “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano”, nata dal confronto dopo le sollecitazioni dei Riders Union Bologna. I fattorini: “Siamo soddisfatti, ma non è un punto d’arrivo”. Incognite su quali e quante piattaforme firmeranno e sulle misure per sanzionare chi non si adegua.
Dopo mesi di confronto e di lavoro che gli stessi protagonisti definiscono “non semplice”, oggi pomeriggio, in Comune a Bologna, verrà sottoscritta la “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano“, il documento nato dalla lotta dei riders, i fattorini delle piattaforme digitali di delivery, per il riconoscimento dei diritti minimi.
Lo stesso Comune, che oggi sarà rappresentato dal sindaco Virginio Merola e dall’assessore al Lavoro Marco Lombardo, non nasconde la soddisfazione per l’iniziativa che, sottolineano, viene presa “per la prima volta in Europa“.
Oltre al Comune, a firmare saranno ovviamente i fattorini di Riders Union Bologna, i segretari di Cgil, Cisl e Uil e le piattaforme digitali che hanno dato la loro disponibilità.
“Siamo soddisfatti della Carta – spiega ai nostri microfoni Tommaso Falchi di Riders Union Bologna – perché raccoglie praticamente tutte le nostre rivendicazioni: dalla questione della sicurezza e dell’assicurazione al monte ore, dall’indennità per il maltempo e per i festivi ai diritti sindacali, fino alla privacy”. Ciononostante i riders non considerano il documento un punto di arrivo della loro battaglia, sia perché bisognerà che la Carta venga applicata, sia perché occorrerà persuadere chi non la firmerà.
Una delle incognite più grandi, infatti, rimane quali e quante piattaforme si presenteranno a Palazzo D’Accursio oggi pomeriggio per apporre la firma al documento. “Su questo – sottolinea il rider – il Comune non ha sciolto la riserva”.
Occorrerà dunque attendere poche ore, ma fin da subito Riders Union Bologna fa sapere che intende battersi perché chi ha firmato rispetti gli impegni presi, ad esempio con una contrattazione di secondo livello.
Chi invece diserterà sarà oggetto di forme di pressione e mobilitazione da parte dei riders stessi, ma anche di disincentivi e sanzioni.
Questi ultimi punti, in particolare, sono presenti sulla Carta, ma in forma generica. Si parla di incentivi e disincentivi, ma senza indicare quali. “Chiederemo al Comune di mettere in campo quanto in suo potere”, osserva Falchi.
Nel frattempo, anche fuori qualcosa inizia a muoversi. Alcune piattaforme, come Deliveroo, hanno fatto sapere di voler procedere ad assicurare i propri fattorini.
Passi importanti, ma non privi di ambiguità o limiti. “Si tratta di assicurazioni private – osserve l’esponente di Riders Union Bologna – che copre massimali bassi e per danni a terzi, o comunque non per l’infortunio totale. Inoltre i lavoratori hanno appreso la notizia dai comunicati stampa sui giornali, mentre l’azienda dovrebbe informarli anche su come accedere all’assicurazione”.
ASCOLTA L’INTERVISTA A TOMMASO FALCHI: