Martedì 18 febbraio a Roma scenderanno in piazza gli imprenditori di Confcommercio, Cna, Confartigianato e Confesercenti, uniti, l’ultima volta fu 31 anni fa, per protestare contro una politica che, a sentir loro, non incoraggia e anzi soffoca piccole e medie imprese.

Rete Imprese Italia: manifestazione nazionale il 18 febbraio

I dati della crisi di questo settore sono forse ormai noti, ma proprio questo preoccupano gli imprenditori. Da anni manifestano le loro esigenze, non vengono ascoltati e la situazione peggiora. Resta alta la pressione fiscale. La burocrazia costa in totale 5 miliardi di euro, equivalenti a 47 giorni di lavoro per il titolare e 28 per il dipendente. Le banche concedono sempre meno credito: nel 2013 è stato accolto solo il 50% delle richieste e vengono penalizzati soprattutto costruttori, commercianti e trasportatori. Questo lo sconfortante quadro della situazione.

Il lavoro non lo creano le leggi, ma le imprese” chiarisce Ugo Margini, vicepresidente Confcommercio Imprese-Italia. Le piccole e medie imprese generano il 69% del fatturato del Paese, “creano reddito diffuso sul territorio e produzione di qualità” sottolinea Roberto Manzoni, presidente Confesercenti Emilia-Romagna.

Ma sono proprio le realtà più piccole come negozi e laboratori, che rischiano di non farcela: l’82% del credito erogato dalle banche in regione, 90 miliardi di euro nel 2013, è stato esclusiva del 3% delle aziende. A fronte di una crescita nazionale della disoccupazione tra i lavoratori dipendenti del 4% dal 2008 al 2013, quella dei lavoratori autonomi è stata del 6%. Anche la Regione Emilia Romagna, da sempre sopra la media della ricchezza nazionale, si trova ora in difficoltà con 5300 chiusure lo scorso anno. E in Regione le zone più problematiche restano Modena e Ferrara, colpite da terremoto e inondazione.

“Saremo a Roma – dice Paolo Govoni, presidente Cna regionale, – per chiedere discontinuità, per dire basta a una tassazione esagerata, a costi di burocrazia che non hanno eguali in nessuna parte del mondo, a dire che fare impresa in Italia è ormai  diventato insostenibile”.

Pietro Gallina