I primi cittadini di Bologna, Ferrara, Imola, Modena e Reggio Emilia scrivono a tutti i candidati delle primarie per avanzare un decalogo di richieste, ribattezzato “Manifesto per una nuova Regione”. Si tratta di “un contributo programmatico per sostenere l’azione della nuova regione e il lavoro delle nuove unioni provinciali di Comuni, in accordo con la nuova Città Metropolitana”.
I sindaci di Bologna (Virginio Merola), Ferrara (Tiziano Tagliani), Imola (Daniele Manca), Modena (Gian Carlo Muzzarelli) e Reggio Emilia (Luca Vecchi), attraverso un manifesto in 10 punti, hanno esposto i principali obiettivi cui dovrà puntare la futura Regione, dall’economia al welfare, passando dalla scuola, il turismo e l’ambiente. Passiamo velocemente in rassegna il decalogo, che potete trovare qui nella sua versione integrale:
Il primo punto, “Una Regione forte e leggera per le comunità del cambiamento” fa riferimento alle politiche per lo sviluppo e l’innovazione, per il cui successo sono fondamentali “i partenariati pubblico/privati e il rilancio del sistema educativo e della ricerca pubblica”.
Il secondo, “Città metropolitana e nuove province partner della nuova Regione“, punta l’attenzione sulla futura Città Metropolitana e sul suo ruolo, che deve essere di “fulcro dell’innovazione per il sistema urbano regionale”.
Si passa poi all’ambiente, con il capitolo “Una Regione green a consumo zero“, in cui viene sottolineato che “l’ecosistema urbano regionale deve avere l’obiettivo della rigenerazione delle città, attraverso il consumo zero di suolo, la centralità della green-economy e la tutela di tutti gli ecosistemi”.
Dopo un riferimento ai servizi alla persona, contenuto nel quarto punto, i sindaci proseguono focalizzando l’attenzione sull’istruzione: “Scuola e cultura al primo posto” spiega come “le città devono proporre alla nuova Regione progetti educativi di comunità e concordare l’erogazione di fondi finalizzati non solo e non tanto al sostegno di costi standard efficienti e alla soddisfazione degli utenti, ma a una strategia educativa di sistema”.
Tratta ancora di cultura il punto 6, unitamente all’economia: “La crisi economica in corso richiede modifiche strutturali al sistema di governance e di gestione del patrimonio culturale regionale. Non possiamo più permetterci una Regione in cui qualsiasi istituzione culturale, anche piccola o piccolissima, agisca da sola, senza essere parte integrante di un sistema più ampio”.
Strettamente legato a quest’ultimo capitolo è il successivo, “Una nuova politica per il turismo“.
“Cambiamo marcia al sistema welfare“, l’ottavo punto, dedica ampio spazio alla sanità e ai servizi alla persona, per “per produrre maggiore competitività ma soprattutto coesione sociale, senso di identità, cittadinanza”.
Il punto 9, “Meno norme, più accordi, il fattore tempo è una priorità“, si sofferma sul peso della burocrazia.
“Una governance forte e partecipata attraverso la sussidiarietà“, il capitolo che chiude il decalogo, sottolinea l’importanza delle pianificazioni strategiche e delle attività di prossimità della comunità, come strumenti per uno sviluppo e una crescita sostenibile.