Easy Pop: musica indipendente per menti libere

Questa nuova opera di RosGos, alias Maurizio Vaiani, è un tuffo nel tempo  in suoni e ballate ancestrali antiche e senza tempo. La sua voce magica è ipnotica, alla pari di uno sciamano, sa condurti per mano, lì dove spazio e tempo si fondono, e ti fa fluttuare leggero, come la musica deve saper fare. Per capirci, possiamo immaginare, come si faceva un tempo, noi da ragazzi negli anni ’70-’80, quando ascoltavamo al chiuso nella nostra cameretta i propri miti musicali, dove ci si immergeva per un’oretta in un flusso di coscienza non da poco. Così questo disco vi catturerà, e vi darà  benessere, in quanto colpirà le vostre emozioni. Un po’ placido e un po’ aggressivo, tra il grunge,  un delicato rock,  di cui RosGos è esperto, un po’ intimista, un po’ musica elettronica e psichedelica, un po’ drum and bass,  trovi dentro tutte queste caratteristiche musicali amalgamate insieme.  Un possibile paragone è difficile farlo in Italia, perchè non abbiamo dei pari, come potrebbero essere un John Grant, o Chris Isaak, o ancora Mark Legan o Leyne Staley.   Un paragone però a cui  RosGos dice di ispirarsi. Questo “No Place” non ha l’obiettivo di portarci  in luogo particolare, però ci fa star bene; il titolo è azzeccato: sai che sei sulla terra, qui dove i dolori e sentimenti si scontrano ogni giorno. Un disco a mio parere che andrebbe ascoltato su un impianto hi-fi, e non dai device come smartphone o tablet, che  purtroppo finirebbero per penalizzarne l’ascolto. Le liriche contenute nel lavoro di RosGos sono delle piccole poesie esistenziali, quando non veri e propri pezzi di filosofia pura, che rivelano con lampi di genio i perché della vita e la sofferenza dell’uomo. Un disco “notturno e personale”, nel quale è facile calarsi e restare travolti da emozioni, dove si racconta e si esorcizzano e si superano dolori e dubbi. Il brano “Slide” è una canzone dove l’assenza del tempo la calma vi darà quella tranquillità della notte.  “Among your dreams” invece  parla dei sogni che si fanno e delle delusioni che si riscontrano. “My Cure” invece è il singolo scelto per questo album. Ma ci sono anche altri pezzi di ottima caratura. In conclusione, un ottimo disco “Indie”,  che potrei definire “artigianale”, e che consiglio di ascoltare.

Franco Paoletti (scritto il 11/03/2024)

Il video del singolo My Cure