Sono 700 i morti, tra cui almeno 40 bambini, causati dai naufragi degli ultimi giorni nel Mediterraneo. Intanto a Ventimiglia, dopo lo sgombero del campo informale lungo il fiume Roja, le forze dell’ordine stanno rastrellando migranti per strada. Almeno 50 quelli fermati finora. Sequestrati i cellulari e fatti salire su pullman diretti in centri del sud.
Ha l’aspetto e i numeri di una guerra quello che continua ad accadere in Europa attorno al fenomeno dell’immigrazione. Da un lato continuano le morti in mare, causate dai viaggi della speranza, unica possibilità di fuga da guerra e miseria in assenza dell’apertura di canali umanitari.
Sono 700 le persone che hanno perso la vita negli ultimi giorni, tra cui almeno 40 bambini.
Dall’altro lato, quando i migranti riescono a sopravvivere alle traversate, si trovano le strade sbarrate, le frontiere chiuse e il loro stazionamento presso i confini viene represso.
È quanto sta accadendo nuovamente a Ventimiglia in queste ore. Dopo la scadenza – ieri alle 12 – dell’ultimatum dato dal sindaco Pd, Enrico Ioculano, che venerdì aveva firmato un’ordinanza per lo sgombero del campo informale formatosi lungo il fiume Roja, i migranti avevano lasciato l’accampamento, per evitare la violenza delle manganellate.
Il provvedimento, però, è stato seguito da una vasta operazione di polizia, cominciata all’alba di oggi. 16 camionette, tra carabinieri, polizia e guardia di finanza, e almeno 150 uomini hanno iniziato a rastrellare diversi luoghi della città, dalla stazione al municipio.
“I ragazzi vengono fermati e viene sequestrato loro il cellulare – racconta ai nostri microfoni un’attivista No Borders – Poi vengono caricati su pullman diretti a Genova, dove ci sono due voli pronti per partire“. Secondo le agenzie di stampa, le destinazioni sono centri di accoglienza del sud Italia.
Sono almeno una cinquantina i ragazzi fermati e caricati. Il numero preciso non è ancora chiaro. Tre i pullman utilizzati fino a questo momento per l’operazione.