Il tentativo della Rai di prendere le distanze dalle parole del cantante Ghali contro il genocidio di Israele nei confronti del popolo palestinese a Gaza si sta rivelando un vero e proprio boomerang. Dopo le proteste di Napoli – con cariche delle forze dell’ordine che hanno provocato il ferimento di 5 persone – e di altre città, domani, giovedì 15 febbraio anche a Bologna si terrà un presidio davanti alla sede della tv pubblica.
È il gruppo Giovani palestinesi di Bologna ad aver annunciato la protesta contro la Rai, accusata di parzialità a favore di Israele.

Dal “caso Ghali” alle proteste in favore delle vittime palestinesi: la protesta contro la Rai

Con oltre 28.000 morti palestinesi nel conflitto, la Rai ha trascurato di esprimere solidarietà alla popolazione palestinese, optando invece per la diffusione di propaganda sionista. Queste le accuse sollevate in seguito al comunicato dell’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, che ha espresso solidarietà allo stato israeliano e giustificato il suo “diritto alla difesa”.
La scintilla che ha infiammato la protesta è stata l’opinione espressa da due artisti al Festival di Sanremo, condannando i bombardamenti sugli ospedali a Gaza e chiedendo un cessate il fuoco. Tuttavia, invece di sostenere questo appello per la pace, la Rai ha rafforzato la sua posizione pro-israeliana.

I Giovani palestinesi di Bologna sottolineano che, oltre ai bombardamenti, Israele sta bloccando da 129 giorni l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza, un atto che ha aggravato la sofferenza della popolazione locale. In risposta a ciò, la solidarietà espressa dalla Rai nei confronti di Israele ha alimentato le critiche e ha portato alla decisione di organizzare il presidio.
«Ora se ne discute perché due artisti hanno preso posizione in modo molto pacato – sottolinea Davide, uno degli organizzatori del presidio – Ma il problema comincia da ben prima, dall’inizio di questo conflitto».

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