La povertà in Italia è più che raddoppiata, passando in sette anni (2007-2014) dal 3 al 7%. È il quadro tracciato dalla Banca d’Italia, che insieme a Tito Boeri chiede la correzione del nuovo calcolo Isee. “Provvederemo ad agire di conseguenza”, ha replicato Boeri. Ma per l’economista Bracci, i vincoli finanziari, soprattutto europei, potrebbero essere un ostacolo.
È un quadro a tinte fosche, quello tracciato dalla Banca d’Italia ieri in audizione a Montecitorio. In Italia, riferisce infatti l’istituto, la povertà è passata dal 3 al 7% nel settennio 2007-2014. Una situazione che potrebbe anche peggiorare alla luce della recente riformulazione del calcolo Isee, che la stessa Bankitalia ha chiesto di rivedere, soprattutto nella parte che prevede di conteggiare a reddito anche i trattamenti per i disabili, ma che ha già creato non pochi problemi a studenti e tiolari di borse di studio.
Sulla stessa linea Tito Boeri, numero uno dell’Inps, che chide di intervenire proprio sul calcolo Isee.
“Il governo – commenta l’economista Giacomo Bracci a proposito del nuovo calcolo Isee – Deve prendere atto che osservatori importanti hanno sottolineato la necessità e l’urgenza di rimodulare quest’intervento”.
Nel frattempo il ministro Poletti ha replicato che “come governo non possiamo che prendere atto” e “provvederemo ad agire di conseguenza”. Secondo Bracci, però, “Bisognerà vedere se poi questa forma di rimodulazione sarà possibile a livello finanziario”, soprattutto perchè i vincoli di bilancio e di deficit, definiti in sede europea, restano.
“Assieme a questa precisazioni sul calcolo Isee – precisa l’economista – Sia Bankitalia che lo stesso Boeri hanno sottolineato la necessità di introdurre in Italia forme di protezione e di tutela universale della povertà che al momento in italia mancano”. Si tratta di misure note, come l’introduzione del reddito universale, e che, ancora una volta, potrebbero essere impraticabili anche a causa dei vincoli europei.