Radar magazine è un progetto giovane, un’idea che nasce un anno e mezzo fa. È un magazine online di divulgazione scientifica, che racconta storie di ambiente, natura, luoghi e culture dando un’importanza centrale alle immagini e alla dimensione visiva della narrazione. Un giornalismo lento, approfondito e partecipato.
Un giornalismo condiviso per raccontare l’ambiente
Come racconta ai nostri microfoni Gianluca Liva, giornalista scientifico della redazione di Radar, il magazine è un’idea che nasce un anno e mezzo fa, da un gruppo di giornalisti e giornaliste di scienza e di fotoreporter specializzati in temi ambientali, che sentono il bisogno di fare e dare di più per l’informazione ambientale e naturalistica nel panorama italiano. Da qui, prende forma il progetto, che si concretizza nel settembre 2020.
L’intento è quello di rivolgere l’attenzione a storie particolari, che non per forza trovano spazio altrove, con voci di giornalisti di tutto il mondo, adottando un linguaggio inclusivo, dove le diversità di persone, contributi e fonti vengono sentite come strumento per aumentare e migliorare la qualità del magazine.
Il giornalismo che propongono lento e approfondito: lontano da una forma fluida e immediata, vengono studiati e approfonditi temi importanti e urgenti.
Come spiega Liva ai nostri microfoni, nel mese corrente si parla di foreste con vari approfondimenti: leggere il magazine online significa compiere un viaggio, dall’Indonesia ai problemi del Borneo, legati ad un deforestazione sempre più estesa e preoccupante, per arrivare alla questione degli incendi italiani e della loro anatomia, fino ad arrivare in Madagascar, dove le disuguaglianze sociali sono direttamente connesse alla disponibilità e accessibilità delle preziose risorse, che si stanno esaurendo a un ritmo allarmante e insostenibile, e concludendo con la questione degli ecosistemi tecnologici del futuro, tema affrontato con varie interviste, tra cui quella a una giovane artista, Sofia Crespo, che disegna in digitale creature che non esistono ancora.
Il giornalismo di Radar è anche partecipativo: l’obiettivo del progetto infatti è quello di riunire diverse persone che vogliano partecipare collettivamente a questa narrazione dei processi di cambiamenti in corso, verso nuovi orizzonti e dimensioni più etiche e sostenibili.
Questa forma di giornalismo viene sentita come modalità necessaria per il panorama italiano, nel tentativo di coinvolgere e far collaborare attivamente e direttamente i lettori e le lettrici, che vengono invitati alle riunioni di redazione, dove possono suggerire determinati temi, argomenti da curare e approfondire.
Le immagini e tutta la parte visiva dei racconti hanno un ruolo centrale nelle trattazioni di Radar magazine: sono parti integranti e importanti della narrazione, e arricchiscono il testo stesso.
Come precisa Liva, è Elisabetta Zavoli, fotogiornalista ambientale della redazione, ad essere in contatto con un grande network di fotografi e fotografe che si occupano di ambiente e natura, e delle concomitanti situazioni che si sviluppano: questo permette di avere una molteplicità di materiale visivo su cui lavorare, attraverso il quale cercare di restituire una pluralità di sguardi e una profondità di contenuti.
Per approfondire gli argomenti e per qualsiasi altra informazione: visita il sito o contattali direttamente alla email: partecipa@radarmazine.net
Chiara Moffa
ASCOLTA L’INTERVISTA A GIANLUCA LIVA: