Tra i nodi centrali della legge di stabilità che il governo si appresta a varare c’è quello dei dipendenti provinciali. Dal primo gennaio le funzioni in capo alle Province saranno trasferite a Comuni e Regioni, ma senza le risorse per garantire l’occupazione di migliaia di lavoratori. Giovanni Paglia (Sel): “Il Governo non sa quello che fa”.

Il tempo stringe, così come si stringe il cerchio attorno al futuro di migliaia di dipendenti delle Province. Tra ritardi e slittamenti si allungano i tempi della legge di stabilità in Senato, mentre il Governo sta ancora lavorando al maxi-emendamento della manovra. Intanto i lavoratori delle Province hanno già iniziato a farsi sentire, occupando le sedi in diverse città: a Bologna, quest’oggi, i dipendenti che temono di rimanere senza lavoro hanno invaso l’ingresso di Palazzo d’Accursio, sostenuti da Cgil, Cisl e Uil.

Dal primo gennaio 2015, come previsto dal ddl Delrio, scompariranno le Province, che verranno svuotate delle loro competenze e sostituite dalle Città metropolitane e dalle unioni tra Comuni. Il Governo, tuttavia, non ha mai chiarito quale sarebbe stato il futuro per migliaia di dipendenti provinciali e i servizi in capo a quegli enti. Da qui deriva un amplissimo esubero di personale, si parla di 25mila dipendenti per i quali si aprono le porte della mobilità e, dopo due anni, il licenziamento.

“Questo significa che i cittadini non avranno più i servizi e i dipendenti saranno a casa con il salario decurtato – spiega Giovanni Paglia, deputato di Sel – 25mila persone messe in mobilità da un giorno all’altro è la più grossa crisi aziendale che l’Italia affronta dall’inizio della crisi globale. Non si è mai visto un datore di lavoro che mette in moblità 25mila persone senza nemmeno una trattativa sindacale – sottolinea il deputato ai nostri microfoni – Devono trovare i soldi, si parla di almeno 600 milioni di euro”.

I tempi per rimediare, però, sono stretti: “È un Governo di persone che non sa quello che fa, e i pochi che lo sanno fanno danni – dice Paglia senza mezzi termini – Un governo che il 20 dicembre si accorge che dal primo gennaio 25mila persone avranno un problema con il lavoro, ma che governo è?”