Sono tre i concetti che, secondo il presidente di Acer (Azienda Casa Emilia Romagna), Alessandro Alberani, sono alla base del “Progetto Bolognina”, un piano di interventi sull’edilizia popolare del quartiere bolognese. Da un lato la ricostruzione, dall’altro il ripristino e infine la legalità. Tre direttrici che, nelle intenzioni di Acer, dovrebbero avvalorare un nuovo modo di abitare che parta dalle periferie e dai quartieri.

Gli interventi di Acer in Bolognina

Tra i progetti che stanno sotto la bandiera della ricostruzione e quindi la creazione di nuove abitazioni Alberani loda i grandi passi avanti fatti nei vari cantieri. Tra questi, quello di via Serra 36, che è stato fermo per 25 anni, ma che ora grazie all’appalto vinto da una nuova azienda è già al quarto piano e ospiterà 38 case popolari con i relativi parcheggi e che porterà «a una riqualificazione urbana senza precedenti in quanto in quel sito c’era un buco», sottolinea il presidente Acer.
Non sono così avanti i lavori per la realizzazione di una trentina di abitazioni che sorgeranno dove prima c’era il mercato ortofrutticolo, in quanto bisogna attendere l’aggiornamento del progetto esecutivo, e quelli che verranno creati nello spazio occupato per 17 anni da Xm24, dove ci sarà la consegna dei lavori entro aprile.

Acer si sta impegnando anche in vari ripristini, quindi nel rimettere a posto interi nuclei di appartamenti che erano in cattive condizioni. Tra questi il presidente cita i 66 appartamenti già stati assegnati in via Albani 2, in via Fioravanti 31 una ventina di appartamenti e l’abbattimento di una lavanderia che era «centro e fulcro di illegalità». Alberani annuncia che grazie a Pinqua, un progetto del governo per la riqualificazione nelle periferie delle case popolari, sorgerà in via Zampieri un museo dell’archivio storico di Acer, quindi un museo delle case popolari e operaie che sarà finanziato dal Ministero dei Lavori pubblici.

Non solo ricostruzioni, ma anche la ormai “eterna” lotta al degrado. Con molta fierezza il presidente di Acer annuncia che nel 2020 non vi sono state occupazioni in Bolognina, mentre l’unica del 2021 in via Di Vincenzo è stata prontamente sgomberata in seguito all’intervento delle forze dell’ordine. Questo è reso possibile grazie al posizionamento preventivo di “reti anti-intrusione” per contrastare il degrado.

Ad accompagnare le fortificazioni, ci sono però anche progetti sociali e campagne di educazione. Con questo scopo è stato creato il “Progetto social”, come il “Progetto corti”, dedicato ai bambini della Bolognina. In sede di Città Metropolitana è stato lanciato il progetto “Tavoli per abitare” in collaborazione con l’Auser, progetto di accompagnamento per l’abitare della popolazione anziana, e la collaborazione con il quartiere Navile per la realizzazione del tavolo “Convivere in Bolognina”.

Manuela Bassi

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