Quasi dieci milioni di ascoltatori al mese su Spotify. Dopo i Maneskin e i Meduza (entrambi sopra i venti milioni) l’artista italiano più ascoltato nel mondo è Ludovico Einaudi. A dieci anni dall’uscita di uno dei suoi album più significativi e amati, torna sulle tracce di “In A Time Lapse” per reinterpretarlo con un nuovo organico strumentale. Da qui, è partito il tour “In A Time Lapse Reimagined”.
Gli appuntamenti
Reduce da 17 concerti al Teatro Dal Verme di Milano lo scorso dicembre, il 2024 è cominciato alla grande per il pianista italiano, con tre concerti in gennaio all’Opera House di Dubai, a Hegra in Arabia Saudita e all’Esplanade di Singapore. Da qui poi si muoverà in Australia a febbraio dove si esibirà in cinque spettacoli alla Sydney Opera House (andati sold out), in tre al Perth Festival e alla Myer Music Bowl di Melbourne. Nell’estate sta prendendo forma un tour nei grandi teatri antichi della patria italiana. Sono numerose le date del prossimo tour italiano : il 10 luglio all’Arena di Verona; il 12 luglio all’Anfiteatro degli Scavi di Pompei (Napoli); il 13 e 14 luglio all’Auditorium Parco della Musica di Roma in occasione del Roma Summer Fest; il 17 luglio a Stresa (Verbania) per lo Stresa Festival Hall.
La sua fama
Con le sue ultime performance, ha fatto sold out in Italia ma il suo pubblico è soprattutto europeo: è amatissimo in Inghilterra, da dove è cominciata la sua fortuna internazionale. Da considerare che il pianista piemontese è ascoltato all’estero da oltre 20 anni, a differenza degli altri artisti italiani più popolari del momento: i suoi numeri sulle piattaforme – anche su TikTok la sua “Experience” ha decine di milioni di visualizzazioni – sono la conseguenza di una lunga e appassionata carriera, non di un trend del momento.
Il pianoforte, spiega Einaudi, è “una forma musicale, che non ha connotazioni nazionali” e cita i colleghi tedeschi come Max Richter o Nils Frahm, quelli islandesi come Olafur Arnalds. “Penso che ci sia una necessità di ascolto di questo tipo, più libero, senza un testo che ti vincola ad un significato. È una musica che ti lascia la libertà di pensare a chi sei tu, a collegarla al tuo background, diverso per tutti. Ognuno ritrova se stesso in qualche modo, dialoga con quello che è e con se stesso”. Per questo e per merito del suo straodinario talento, i suoi brani registrano un numero di ascolti nettamente superiore, rispetto a quelli dei rapper più importanti della scena italiana, come Sfera Ebbasta e Geolier.
Curiosità su Einaudi
Una partenza rock
Ludovico Einaudi è figlio di Renata Aldovrandi (che gli trasmette la passione per il pianoforte) e di Giulio Einaudi, editore italiano e fondatore dell’omonima casa editrice. Il nonno Luigi fu invece un economista, un accademico e un politico, secondo Presidente della Repubblica Italiana. Dal suo passato ha sviluppato un duplice interesse: in primis, dalla tradizione familiare, quello per la musica classica, con la madre che suonava il piano e suo padre che era un direttore d’orchestra e compositore. D’altra parte il pianista crescendo negli anni dell’esplosione del pop, rock, dei Beatles e degli Stones, di Jimi Hendrix, si è appassionato al genere. Infatti, contempraneamente alla sua formazione al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, alla fine degli anni ’70 ha esordito nel mondo del jazz rock: con il suo gruppo Venegoni & Co, ha prodotto due album (“Rumore Rosso” e “Sarabanda”), e ha suonato la chitarra anche allo storico concerto per Demetrio Stratos.
Il legame con il cinema
Il pianista piemontese nel tempo ha lavorato molto per il cinema, componendo colonne sonore di numerosi film e trailer. La sua opera la troviamo nel grande successo “Quasi amici” di Olivier Nakache ed Eric Toledano, ma anche in “Joaquin Phoenix – Io sono qui!”, nella miniserie “Dottor Zivago” e in “Acquario”, per la quale si aggiudica la Grolla d’oro per la miglior colonna sonora. Questa collaborazione artistica è nata inizialmente da un suo interesse personale, poi si è evoluta automaticamente grazie alle varie richieste ricevute, a cui Einaudi ha dato sempre molta importanza. “L’anno scorso ho lavorato parecchio in questo campo”, ha detto il musicista in un’intervista, “ho musicato due film, uno appunto è “La tresse” che esce adesso”.
Contaminazione musicale
Einaudi, nelle sue varie produzioni, ha contaminato il suono del piano con quello di altri strumenti: l’elettronica, gli archi. Questo perchè il suo essere artista, include una dose di innovazione e sperimentazione: ama sviluppare in parallelo i diversi aspetti della musica. Per questo attraverso la sue composizioni, riesce a raggiungere una ricchezza di suono e una potenza dinamica che il pianoforte da solo non può avere. Ma nello stesso tempo l’artista ammette che il solo pianoforte è estrememente affascinante: “È come scrivere un monologo. È una pratica introspettiva, è come una ricerca dentro i meandri della mente, per raggiungere delle sfumature, creare delle sospensioni del tempo senza dovere spiegare niente a nessuno”.
Eleonora Gualandi