A FujikoFocusOn una serie di interviste ai candidati alle prossime elezioni comunali di Bologna. Sentiremo esponenti che coprano tutto il panorama politico, su argomenti di varia natura ma indicativamente relativi agli eventi in atto nella nostra città, per avere risposte sia sulla stretta attualità sia su temi più generali, per aiutare voi, e noi, a meglio comprendere e, se varrà la pena, scegliere. Oggi abbiamo intervistato Martino Scandiani, candidato al Consiglio Comunale con il Partito Repubblicano Italiano che apoggiano Daniele Corticelli.

Per ben 20 anni il PRI è stato assente dalle elezioni cittadine, con una breve parentesi alle provinciali del 2004, tra le file del centro destra. “Il Partito Repubblicano attualmente è schierato nel centro destra. La sua vocazione naturale sarebbe un partito di centro sinistra non marxista. In questo momento, tuttavia, noi abbiamo deciso di mantenere i patti fino alla fine della legislatura”. Pochi mesi fa, poi, la decisione di partecipare ancora alle comunali e di schierarsi con Daniele Corticelli, candidato sindaco del movimento civico Bologna Capitale: “questa rientrata l’avevamo già programmata da qualche mese, dalla caduta di Del Bono. Ci guardammo intorno: Bologna Capitale era una formazione che si conosceva già; cominciammo ad avere i primi approcci che, alla fine, si sono conclusi con questo matrimonio”.
Nel programma di Corticelli il PRI si ritrova quasi completamente, soprattutto su “viabilità, scuola, aggiornamento della pubblica amministrazione. Per aggiornamento si intende soprattutto la soddisfazione del personale. Crediamo che debba essere cambiato il tipo di consulenza per i lavoratori dipendenti, in modo che il personale si arricchisca culturalmente e sia magari in grado, in altre occasioni, di risolvere internamente – e con meno spese – i problemi che si presentano”.
Scandiani, poi, insiste sull’ottimizzazione delle spese e sulla creazione di Bologna città metropolitana: “Se ne parla da 20 – 25 anni ma non si decide niente. Credo sia il primo passo da fare, con tutto quello che ne consegue: in primo luogo l’accorpamento dei comuni molto vicini a Bologna, affinché ci sia una politica unica per il territorio, trasporti, sanità, eccetera. Queste sono politiche che si possono realizzare a livello sia regionale sia provinciale”.