In occasione della Giornata di mobilitazione nazionale, domani alle 11:30 si terrà a Bologna un presidio davanti alla Regione, contro la speculazione dei vaccini. L’evento, promosso dall’Unione sindacale di base e altre realtà politiche locali, segue quanto accadrà a Roma, dove diverse persone si riuniranno di fronte all’Agenzia italiana del farmaco per protestare contro l’inadeguatezza della situazione dei vaccini.
L’appuntamento mira ad una richiesta ben precisa: che i vaccini escano dalle logiche del profitto indotto dalle multinazionali e che possa diventare materia di produzione nazionale, garantendo così l’estensione gratuita delle dosi a tutta la popolazione nel minor tempo possibile. Ne abbiamo parlato con Luigi Marinelli di Usb.

Vaccini: il presidio contro la speculazione

L’esperienza del Covid ha risvegliato nella coscienza collettiva sentimenti di paura e speranza ad essa legata, ma non sembra aver fermato le multinazionali e le logiche profittevoli che pervadono capillarmente il sistema economico e, purtroppo, quello sanitario.
Lo scenario che ci presenta oggi il mercato dei vaccini preoccupa, perché è uno squarcio da cui intravedere l’irrefrenabile corsa al profitto, anche se ad essere in balio, stavolta, c’è la salute. Basta pensare all’ultimo blocco nella somministrazione dei vaccini a cui abbiamo assistito, quando Pfizer ha ridotto la fornitura delle dosi lasciando le regioni, come anche l’Emilia-Romagna, senza il numero garantito per poter portare a termine il piano di vaccinazione fin lì delineato.
Questo è solo uno dei sintomi più evidenti di un sistema capitalistico avanzato che, in nome del guadagno, limita un reale progresso sociale e sanitario. In sostanza, mette a rischio la salute delle persone e una reale ripresa del Paese.

«I vaccini dovrebbero essere un diritto, più che un obbligo», spiega ai nostri Luigi Marinelli di Usb, alludendo all’interesse economico che corre dietro alla produzione dei vaccini e che, di fatto, soppianta l’interesse per una salvezza comunitaria.
«I vaccini vengono governati dalle multinazionali del farmaco che danno e tolgono a seconda della convenienza. Quindi – prosegue Marinelli – la battaglia è contro il monopolio dei vaccini».
Gli esempi che riporta Marinelli sono in casa: pensa al discorso della vicepresidente della Lombardia Letizia Moratti e la sua relazione tra Pil e diritto al vaccino, o alla patente vaccinale per mettere in salvezza alcuni sistemi produttivi, come proposto da Luca Zaia o Stefano Bonaccini. Ma non omette anche esempi positivi, come quello cubano, dove persiste una «tradizione di solidarietà nel distribuire gratuitamente i vaccini».

Dunque, osserva Marinelli, il piano vaccinale di cui si parla ormai da un po’ somiglia più ad un piano economico di ripartenza, che una reale messa in sicurezza della popolazione.
Le nostre istituzioni sembrano, infatti, «fare a gara a chi rappresenta meglio gli interessi economici di un settore piuttosto che un altro, e non l’esigenza della popolazione».
Sembra assurdo che «un provvedimento salvavita debba essere soggetto a queste tarantelle». E la lettura più semplice che si può fare di questo appello è che la campagna di vaccinazione torni ad essere quella che poi è la sua vocazione originaria: la salvezza delle persone, e non l’ennesima spinta all’altalena economica. Per questo «se il vaccino serve a salvare l’umanità, deve essere dei popoli». Una frase, quest’ultima, che rinfresca nell’immaginario collettivo quella spinta solidale che accompagnò la rapida diffusione del vaccino antipolio: era il 1952, e la frase era di Salk che aveva appena rinunciato al brevetto perché il vaccino “appartiene alla gente”.

La manifestazione di domani, quindi, partirà da questa discrepanza per chiedere alle istituzioni che i vaccini possano essere prodotti su scala nazionale pubblicizzando i brevetti. Se lo Stato nazionalizzasse le aziende farmaceutiche, infatti, si potrebbe produrre in autonomia il vaccino e mettere in salvo la popolazione in tempi più rapidi.
Partendo dal presupposto che la tragedia della pandemia dovrebbe conseguire una vaccinazione gratuita ed estesa a tutti i cittadini, è inaccettabile, e ormai insostenibile, che «chi paga di più, riceve prima i vaccini». Eppure è l’equazione del sistema economico che sottostà alla società di ordine neoliberista.
A Bologna il presidio si terrà domattina alle 11:30 davanti alla sede della Regione, in viale Aldo Moro – 52, e vede l’adesione di Potere al popolo Bologna, Noi restiamo Bologna, Rete dei comunisti Bologna e Rifondazione comunista Bologna, al fianco di Usb.

Emily Pomponi

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